Foglio di Comunità – N° 2/2014

Bollettino informativo non periodico della Comunità cristiana di base Distribuzione gratuita — Stampato in proprio c/o ALP, Via Bignone 89, Pinerolo (To) il 29/1/2014

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LE EUCARESTIE

DOMENICA      2 febbraio   ore  10 : prepara il gruppo del lunedì sera
DOMENICA      9 febbraio   ore  10 : prepara il gruppo del martedì sera
DOMENICA    16 febbraio   ore  10 : breve momento di preghiera (gruppo del lunedì pom.)
DOMENICA    23 febbraio  ore  9,30 : giornata comunitaria regionale a Piossasco
DOMENICA      2  marzo      ore  10 :
prepara il gruppo del lunedì pomeriggio

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ALTRI  APPUNTAMENTI

ASSEMBLEA DI PROGRAMMAZIONE:  Domenica 16 febbraio, dalle ore 10 (subito dopo un breve momento di preghiera) alle 12. Seguirà, per chi lo desidera, il pranzo comunitario. Si raccomanda la maggior partecipazione possibile.

ASSEMBLEA DELLA COMUNITA’ Si terrà domenica 9 febbraio alle ore 14 in Vicolo delle Carceri 1. Il tema: Raccontiamo la nascita e la storia della nostra cdb di Pinerolo alle nuove persone arrivate in comunità.

GRUPPO RAGAZZI E RAGAZZE: domenica 2 e 16 febbraio, a casa di Angelo Ciracì.

GRUPPO DONNE: Giovedì 20 febbraio, ore 16, da Luisa.

GRUPPO RICERCA: Lunedì 3 febbraio, ore 21, continuiamo a leggere articoli e testi sull’islam; proseguiremo approfondendo la conoscenza del femminismo islamico. Ricordiamo che il gruppo è sempre aperto alla partecipazione di chiunque lo desideri.

LA SCALA DI GIACOBBE: Sabato 15 febbraio alle ore 17, presso la sede dell’Arci di Pinerolo (stradale Baudenasca 17), insieme a Franco Barbero discuteremo su “Guarire dagli immaginari malati di Dio”. Alle ore 19,30 cena autogestita presso i locali del FAT. Dopo cena proiezione di un film a tematica LGBT.

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SUSANNA  E  IL  MONDO  DEL  DENARO

Questo è il titolo del libro che abbiamo cominciato a leggere nel gruppo ragazzi/e. E’ un testo che, in forma di racconto e utilizzando la fiction di uno scambio epistolare tra Susanna e suo nonno, permette alla ragazzina di entrare nella conoscenza del mondo degli adulti, in particolare nell’economia capitalistica.

La lettura e il “lavoro” su questo testo ci impegnerà fino al termine di questo anno scolastico. Invitiamo fin d’ora la comunità ad una giornata conclusiva, in cui i ragazzi e le ragazze del gruppo racconteranno a modo loro il percorso fatto, che abbiamo programmato per domenica 25 maggio. Se altri genitori fossero interessati a questo libro, ce lo chiedano perchè è distribuito dal CIPAX di Roma e possiamo averlo tramite gli incontri con la Cdb di san Paolo. Si tratta di: Susanna e il mondo del denaro di Wim Dierckxsens, ed. Autori inediti 2011.

Beppe e Marika

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DOPO L’ASSEMBLEA COMUNITARIA DEL 20 GENNAIO 2014

Lunedì 20 gennaio si è svolta l’assemblea di comunità dedicata alla discussione sulle domande poste dalla Cdb di Piossasco, che saranno oggetto dell’incontro regionale del 23 febbraio p.v.

Riportiamo di seguito le riflessioni di alcuni/e che hanno partecipato e invitiamo chiunque lo desideri ad aggiungere il suo contributo che sarà pubblicato nel foglio cdb dei prossimi mesi.

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Ho trovato molto interessanti tutte le domande poste dalla comunità cristiana di base di Piossasco. Mi ha particolarmente coinvolta la riflessione sull’importanza che ha Gesù come testimone di Dio. Infatti per me Gesù è sempre più significativo per il modo con cui mi parla di Dio e mi indica la strada del regno di Dio. La strada è impegnativa ma sento che questa è la mia strada, che mi permette di dialogare alla pari con mille altre esperienze e mi spinge alla solidarietà e all’impegno per la giustizia.

Sono poco coinvolta da altre ricerche, sia per i miei limiti, sia anche perchè interpreto la storia e la mia vita di relazione a partire da criteri diversi (ricco-povero; sano-malato; tutelato-senza diritti …). Penso che questi oltre al patriarcato siano la vera tragedia dei nostri giorni. A mio avviso, un certo continuo ritornare su alcune tematiche potrebbe forse non essere di aiuto alla riflessione per chi, come me, vede nella comunità soprattutto un luogo dell’approfondimento della fede. L’identità cristiana non è per me un limite, ma una sollecitazione a rinnovare l’impegno a cercare Dio e a seguire Gesù. Per questo mi piace molto dire che sono parte di una comunità cristiana. Dirmelo e dirlo è per me molto impegnativo.

Fiorentina

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Ho accettato di buon grado di scrivere le riflessioni sull’assemblea del 20 gennaio in comunità. Cercherò per brevità di procedere per punti.

  1. E’ emerso chiaramente che la figura di Gesù, il suo messaggio di amore, l’incontro con Dio, pur con diversi immaginari e modi di approcciarsi sono centrali per il nostro cammino. La lettera di Stefano Toppi ha evidenziato che queste caratteriste sono comuni a tutte le CdB italiane, pur con  differenze all’interno e tra le diverse comunità, rappresentando una grande ricchezza.
  2. Il desiderio di continuare ad incontrarci, di camminare insieme. Sul tema dell’incontro mi piace ricordare il messaggio di Antonietta Potente venerdì 24 a Pinerolo: la necessità di incontro fra tutti i credenti, intendendo per credenti non solo i cristiani e/o i cattolici ma con tutti/e coloro che credono essere possibile costruire “una nuova città”.
  3. Sentirsi donne e uomini in ricerca. Accanto a questa parola semplice ma importantissima si è parlato di identità e appartenenza: termini che sarebbe bene approfondire per coglierne le differenze e le peculiarità.
  4. In riferimento ad una domanda specifica, Beppe ha “raccontato” l’esperienza della catechesi che continua ormai da parecchi anni. Anche in questo caso è emersa un’esperienza positiva nel pieno rispetto delle scelte dei genitori dei ragazzi e delle ragazze.
  5. Ci chiamiamo “comunità cristiana di base”. Su questo “chiamarci” si è tutti/e d’accordo.

A conclusione di questi punti credo che il contributo “Buon compleanno, comunità” comparso sul precedente Foglio di Comunità, a mio avviso, può ben rappresentare e sintetizzare le tematiche sviluppate durante l’assemblea del 20 gennaio.

Memo

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Ho altre riflessioni che mi sta a cuore condividere, ma lo farò più avanti, magari su Viottoli. Adesso, a qualche giorno di distanza dall’assemblea, desidero riprendere tre pensieri:

  1. Cosa avrebbe potuto diventare la nostra Cdb se tutte le differenze avessero imparato a convivere! Se tra i gruppi e le iniziative non fosse nata competizione… se le diverse sensibilità fossero state vissute come ricchezza… Tutti e tutte abbiamo le nostre priorità, è ovvio; ma perchè costruirci su oasi separate? Se le vivessimo raccontandocele, stimandole e sostenendole a vicenda, quante altre persone potremmo coinvolgere, indirizzandole chi a un gruppo chi a un altro? Quanta gente frequenterebbe la nostra comunità e vi troverebbe gioia e sostegno e stimoli nuovi!…
  2. Lasciamoci liberi! Non so se ho capito esattamente cosa intendeva dire Franco con questo invito accorato… ho sentito interpretazioni diverse. Dentro di me è risuonato forte e reagisco così: è un appello assolutamente condivisibile; ed è una realtà: noi “siamo” liberi e libere. “Lasciarci” è reciprocità: ognuno/a può dire a ogni altro/a “lasciami libero/a di fare ciò che preferisco!”. Ci vuole, però, rispetto reciproco. Cioè: mentre rivendichiamo la libertà di dedicarci alle priorità che abbiamo scelto per il nostro impegno, rispettiamo le scelte libere di ciascun altro/a. Evitando di giudicare, come se le mie priorità fossero più evangeliche delle tue… La libertà esige rispetto.
  3. Se ci comportiamo così, che senso ha dividerci in comunità diverse o in gruppi scarsamente comunicanti? Forse non siamo abbastanza liberi/e per stare nella stessa comunità con le nostre personali differenze? O non ci piacciono quelle altrui? Possono anche non piacerci, ma sono sue: “Sei forse invidioso perchè io sono buono?” chiede il padrone della vigna, nella parabola evangelica, all’operaio che lo rimprovera per aver dato la stessa paga a chi aveva faticato meno ore…
  4. Cristiana o non cristiana… Davvero possiamo entrare in competizione tra noi su una simile questione? E’ da cristiani/e? Lasciamoci libere/i anche in questo! Per alcuni/e “cristiano/a” significa “seguace e discepolo/a di Gesù”. Altri/e vi sentono soprattutto l’appartenenza ad una cultura di stampo occidentale che da diciotto secoli strumentalizza la religiosità per sottomettere corpi e coscienze. Nella sua versione cattolica – ma non solo – è più sinonimo di “patriarcale” che di “evangelico”. L’alleanza storica tra trono e altare viene continuamente aggiornata: pensiamo al Concordato e, recentemente, all’insistenza dei partiti di destra sulle “radici cristiane dell’Europa”, in nome delle quali brandiscono le barriere del razzismo, della xenofobia, dell’omofobia, della misoginia, del dominio dei mercati finanziari e della guerra per affrontare i conflitti. Purtroppo anche gran parte della sinistra sta pericolosamente scivolando su quella china.
  5. Io ho imparato dal femminismo anche l’importanza del linguaggio, per costruire un simbolico che ci aiuti a sognare e a realizzare un mondo nuovo. “Cristiano/a” per me è ormai una parola ambigua; preferisco non definirmi tale e fare riferimento a Gesù, non al cristianesimo. “Gesuano/a” è un neologismo ostico… troveremo altre parole più adeguate. Ma, intanto, provo a sgretolare i muri del cristianesimo patriarcale, cercando di camminare con coerenza sulle orme di Gesù. Con chiunque.

Beppe

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Prima di inoltrarmi nella mia breve riflessione voglio ringraziare la comunità cristiana di base di Piossasco per aver posto al centro dell’attenzione una serie di domande che ritengo fondamentali.

Inizio dalla prima delle cinque domande. Da qualche tempo nella nostra comunità cristiana (una volta era sottinteso, ma a questo punto è forse bene aggiungerlo) di base di Pinerolo ci confrontiamo sulle nostre “diverse sensibilità”. Mi pare che nelle nostre precedenti assemblee non avevamo ancora parlato in modo così diretto del nodo centrale che mi sembra riproposto da questa domanda: che tipo di consapevolezza abbiamo oggi del nostro essere cristiani?

A mio parere è proprio importante riaffermare la centralità della nostra identità cristiana. A questo proposito è forse necessario ricordarci che non esiste un solo cristianesimo, ma ne esistono tanti! A quale cristianesimo si riferiscono coloro che tra noi (dopo l’ultima assemblea mi sembra di poter dire una piccola minoranza) affermano di non sentirsi più cristiani?

Mi sembra che l’elaborazione teorica e la prassi delle comunità cristiane di base italiane, a cui la nostra comunità ha dato un sostanzioso contributo grazie soprattutto alla ricerca cinquantennale di Franco Barbero, abbia concorso alla costruzione di un cristianesimo più “adulto”.

Mi piace a questo punto dire due parole sul concetto, tanto frainteso, di identità, al centro della seconda domanda della comunità di Piossasco. Buttare a mare le identità “dogmatiche” è sano, rinunciare alle identità “naturali” è perverso e pericoloso: si rischia di “buttare il bambino con l’acqua sporca”. Mi sembra ovvio che tutti/e noi abbiamo un’identità. Se non ce l’avessimo, tra l’altro, non potremmo relazionarci con le altre persone. Siamo “differenti” proprio perché siamo “qualcosa”. Concordo pienamente con quello che si dice nel documento di Piossasco: “l’identità … rappresenta e fissa il nostro limite, ma ci consente di dirci e dire chi siamo”.

Chiaramente non dobbiamo pensare che la nostra sia l’identità migliore, l’unica “giusta”. La nostra rimane sempre un’identità parziale (oltre i dogmatismi e le “perfezioni”) e dinamica (evolve nel tempo grazie al cielo! E speriamo che continui a evolvere anche in futuro), ma è pur sempre un’identità.

E’ meglio chiarire cosa intendiamo quando ci dichiariamo “gesuani”. Per quel che mi riguarda non certo semplicemente aderire alla “prassi” di Gesù. In lui la prassi era legata a doppio filo con il riferimento a Dio. Era Dio la sorgente della sua energia, come ci dicono continuamente i vangeli e gli altri scritti del Nuovo Testamento. Gesù senza Dio è sempre “interessante” ma decisamente poco “storico”. La metafora dello spirito santo mi ricorda uno degli immaginari di Dio che più mi coinvolge: è Lui che ci spinge, la forza motrice non viene da noi. Anzi ci sono momenti in cui siamo come foglie inerti sospinte dal suo vento. Il nostro controllo sulla direzione in cui ci muoviamo è a volte scadente. Se dimentichiamo questo rischiamo di cadere nell’egocentrismo infantile. La sorgente delle nostre energie è esterna a noi!

Gesù è per noi ancora vivo, ancora da scoprire (terza domanda della cdb di Piossasco) e la nostra storia di discepoli/e di Gesù (quarta domanda) deve a mio parere fare i conti con il fatto che Gesù nel suo agire rimanda sempre, nella difficoltà e nel successo, alla sua fonte, ovvero a Dio.

Infine mi soffermo brevemente sulla quinta e ultima domanda: come far tesoro della storia del cristianesimo, della mistica, delle varie teologie di liberazione… per continuare con un nuovo racconto della nostra fede nel Dio di Gesù? Qui ho poco da dire … credo che prima di tutto bisogna sforzarsi di studiarla e conoscerla a fondo, senza elaborarne versioni troppo semplificate e ingenue.

Francesco

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Pensieri sparsi, riferiti a una ricerca che è sempre in movimento…

  1. A me interessa soprattutto chiedermi come stiamo dentro la nostra storia di discepole/i di Gesù, ed è ciò che ogni settimana, da decenni, cerco nei gruppi biblici, negli altri gruppi della comunità e nelle celebrazioni eucaristiche. Questa ricerca comunitaria, per me, non coincide con il bisogno di avere una identità cristiana. Non ne sento la necessità, mentre sento molto forte il desiderio di cercare, di andar oltre, di non autodefinirmi… Sono molto coinvolta nella ricerca individuale e comunitaria dello stare (o almeno di cercare di stare) alla sequela di Gesù. Mi sento in buona compagnia con tutti/e coloro che cercano di praticare la condivisione, l’amore e la giustizia. Questo per me è la “misura” e la ricerca di una relazione con tutto ciò che c’è di buono, cioè con Dio (il divino…). Il Dio di Gesù è il Dio/la Dea di cui mi parlano anche altre esperienze (ad es. le mistiche, le teologhe femministe, le donne dei gruppi donne delle cdb e non solo, le donne che cercano il divino nelle culture pre-patriarcali…), molto di più di quanto risuonino in me i messaggi e le definizioni del cristianesimo.
  2. E’ anche grazie a questo percorso che ho scoperto la pratica della libertà, a cui non intendo più rinunciare. E che per me è libertà femminile. In questo periodo della mia vita, infatti, privilegio il cammino condiviso con le altre donne in ricerca, con il pensiero e le pratiche delle teologie femministe, con il femminismo e le “donne del pensiero della differenza sessuale”. Nel Seminario nazionale “Si fa presto a dire Dio”, nell’intervento dei gruppi donne cdb e non solo abbiamo detto, tra l’altro, che la libertà di movimento che abbiamo scelto di praticare ci permette di metterci in una posizione mobile e dislocata, caratterizzata da un andare e venire, dal continuo porsi dentro e fuori dalla tradizione, consentendoci di partecipare alla vita comunitaria, ma anche di criticarla pur standoci dentro. In questo senso crediamo nella forza che può esserci in una presenza “divina” dentro di noi e, se ne siamo consapevoli, il presente cambia, si trasforma e lo sguardo sulla realtà è già diverso.
  3. La cdb per me è un laboratorio (stimolo, confronto, condivisione, celebrazioni) per aiutarmi a cercare di vivere la mia quotidianità, il mio tempo, la mia pratica politica, la solidarietà… in modo sempre più coerente sia rispetto al messaggio di Gesù, sia rispetto a questo cammino di libertà che ho scelto di vivere con le altre donne con cui condivido pensieri e pratiche.

Carla

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Faccio parte della Comunità e la Comunità è parte di me. Questa realtà è dal 1976 (anno in cui sono entrato a farne parte, prima residente a Cavour poi dal 1982 a Pinerolo) che mi vede consapevolmente coinvolto e che mi ha aiutato in modo importante a mettere ordine nella vita di fede, nella condivisione, nella solidarietà… Da qualche anno con nostalgia sento che mi mancano molti momenti comunitari nei quali si condivideva fede e convivialità, momenti di gioia e momenti di tristezza. Il provare a parlarne, come abbiamo cercato di fare ultimamente, mi sembra (lo dico con un po’ di amarezza) non stia portando nessun risultato apprezzabile al di là di “parole” più o meno convincenti. E’ come un condominio al quale negli anni non è stata fatta la manutenzione appropriata, col rischio di cedimenti importanti e dove i condomini, invece, discutono sul colore da usare per la sua tinteggiatura. Oppure è come se, avendo a disposizione un pullman nel quale ci sarebbe posto per tutti, si preferisca prenderne due, per andare nello stesso posto.

Si parla spesso di convivialità delle differenze oppure che le differenze dovrebbero diventare una ricchezza, ma per il momento mi sembrano poco più di slogan, di quelli che si usano per reclamizzare un prodotto. Mi ricordano molto il lavorio per la riforma elettorale: tutti la vogliono, ma ogni forza politica la vuole tale da poterne avere un vantaggio. Queste turbolenze rischiano, secondo me, di far perdere di vista l’esigenza di chi, cercando la strada di Gesù e del Vangelo, si meriterebbe, non dico più attenzione, ma un’attenzione diversa, più attenta a percepire il non detto oppure il non espresso apertamente, per timore, imbarazzo…

Si può anche pensarla diversamente, ma si dovrebbero evitare separatismi anche logistici, che non aiutano. Anche se rispetto pienamente ciò che Francesco nell’ultimo incontro comunitario ha affermato: “Voglio poter scegliere dove andare, cioè dove mi sento più a mio agio” (sintetizzando). Affermazione pienamente legittima, ci mancherebbe altro, ma, penso io, è utile? E’ conveniente? Ovviamente per il bene della comunità. Mi viene in mente il dibattito che abbiamo avuto sulla presidenza dell’Eucarestia. Per me, come ho già avuto modo di esprimere, lo spezzare il pane, col significato che da anni viene riconosciuto a questo gesto, non ha la necessità di essere compiuto dal “prete”. Se, però, risulta un ostacolo anche per una sola persona che partecipa alla celebrazione, sono assolutamente disponibile a prenderne atto. Preferisco di gran lunga rinunciare a pratiche forse più rispondenti a delle mie esigenze piuttosto che assistere ad una progressiva quanto spiacevole concorrenza, perchè così arriverà ad essere, tra diverse modalità di operare.

Come uscire da questo stallo non saprei proprio. Posso solo dire che è mia intenzione impiegare tutte le mie energie per contribuire a tenere viva questa esperienza che per me è stata la più grande benedizione che potessi ricevere e che ha reso belli molti dei miei anni. Non riuscirei a vedermi in una pratica di fede diversa, anche perchè mi ha dato così tanto da non poterlo neanche descrivere. Nella Bibbia viene detto che la tristezza diventerà gioia. Nell’analizzare le vicissitudini che la nostra Comunità sta attraversando provo qualcosa che si avvicina molto alla tristezza. Non so se si potrà nel tempo trasformare in gioia, ma vorrei mettermi in gioco perchè ciò possa accadere.

Domenico

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COLLETTA  DI  NATALE  PER  IL CUAMM

Anche quest’anno, durante l’eucarestia di Natale, abbiamo fatto una colletta per continuare a sostenere il CUAMM – Medici con l’Africa Gruppo Piemonte onlus. Abbiamo versato un contributo di € 500,00.

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INCONTRO  REGIONALE  CDB  PIEMONTE

Domenica 23 febbraio, presso la sala Coop di Piossasco, si terrà l’incontro regionale delle Cdb, con il seguente programma:

9,30   ritrovo e accoglienza
10-12   relazioni, a cura della cdb di Piossasco
12,30-13   Eucarestia
13,30-14,30   Pranzo comunitario. Ognuno/a porta qualcosa da condividere.
14,30-16,30   Dibattito

Discuteremo insieme a partire dalle 5 domande poste nella lettera della comunità di Piossasco, comparsa sul foglio dello scorso novembre, che riproponiamo qui di seguito:

a)    che tipo di consapevolezza abbiamo oggi del nostro essere cristiani?
b)   Abbiamo un “identità cristiana” da riscoprire, riaffermare, rivalutare? L’identità, sulla quale oggi vi è un gran riflettere, non solo quella cristiana ma in genere, è vero che rappresenta e fissa il nostro “limite”, ma ci consente di dirci e dire chi siamo. Rappresenta il rischio di fare di Dio il replicato della nostra esistenza, ma ci permette di cogliere con coraggio la necessità della conversione e del rinnovamento;
c)    Gesù, per noi, è ancora vivo? E’ ancora un profeta che parla al mondo di oggi in profonda trasformazione? Non è ancora da scoprire?
d)   Come stiamo dentro la nostra storia di discepole/i di Gesù?
e)    Come far tesoro della storia del cristianesimo, della mistica, delle varie teologie di liberazione… per continuare con un nuovo racconto della nostra fede nel Dio di Gesù?

Bibliografia consigliata:
Matthew Fox, In principio era la gioia, Ed. Fazi
Elizabeth Johnson, Alla scoperta del Dio vivente, Ed. Fazi
Hans Küng, Tornare a Gesù, Ed. Rizzoli

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UN  RICORDO  AFFETTUOSO…

Gisella Vezzosi è morta dopo una brevissima ma letale malattia; giovedì 30 gennaio in tanti e tante l’abbiamo accompagnata al Tempio Crematorio di Piscina.

A Mario, Stefano e Marina rinnoviamo il nostro abbraccio affettuoso. Per molto tempo, pur abitando a Giaveno, sono stati compagni di strada della nostra comunità; in particolare Stefano ha condiviso per molti anni il gruppo Catechesi con i nostri figli. L’amicizia con loro non verrà mai meno.

Gisella amava il mare… e durante la cerimonia di saluto le è stata dedicata questa poesia di Emily Dickinson:

Il mio fiume scorre verso di te,
azzurro mare, mi accoglierai?
Il mio fiume aspetta una risposta,
oh mare, siimi benevolo!
Ti porterò ruscelli
da angoli lontani,
ehi, mare, prendimi!

Carla e Beppe

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AGGIORNAMENTO DAL GRUPPO PRIMAVERA

Sabato 18 gennaio si sono incontrati i gruppi catechesi di Rivalta e dintorni. Il gruppo “bimbi/e”, cui partecipano una decina di bambini/e della scuola primaria, ha iniziato ad affrontare il tema degli “incontri di Gesù” che saranno al centro delle attività di quest’anno. Abbiamo parlato di Gesù che dà la vista al cieco Bartimeo. Con il gruppo medie, a cui partecipano una decina di ragazzi/e tra gli 11 e i 13 anni, abbiamo affrontato il tema dei “muri della ricchezza”, a partire dal vangelo (in particolare Mc 10, 17-22, in cui si parla dell’incontro di Gesù con il giovane ricco) e dall’attualità (il muro di Tijuana in Messico, barriera di ingresso negli Stati Uniti).

Ecco gli appuntamenti del prossimo mese:

– sabato 8 febbraio dalle ore 16:30 alle ore 19: ci incontriamo come gruppo giovani e adulti a Piossasco (salone della chiesa di San Francesco) per discutere con Franco Barbero su “senso di colpa e perdono”.

– domenica 23 febbraio dalle ore 10 alle ore 15: ci vediamo come gruppi catechesi e genitori a Rivalta, presso il “budello” della cascina “il filo d’erba” del gruppo Abele. Alla fine delle attività dei gruppi è previsto un pranzo comunitario.

Ricordiamo che gli incontri sono aperti a chiunque voglia partecipare.

Francesco Giusti e Valentina Pazé

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GRUPPO “UOMINI IN CAMMINO”

Il gruppo si riunisce giovedì 6 e 20 febbraio, presso la sede del FAT (Vicolo Carceri 1, Pinerolo), con il solito orario: 19-20,30. Poi si cena insieme in pizzeria.

Ricordiamo che il gruppo è sempre aperto ad accogliere chi volesse provare a mettersi in cammino… chiediamo solo di contattare prima uno di noi.

Angelo, Beppe, Domenico, Luciano, Ugo

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