1^ domenica di Avvento

Credenti nella storia: “La vostra liberazione e’ vicina”

[In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:] «Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina. State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo» (Luca 21, 25-28.34-36).

Cari amici e care amiche,

il brano che la liturgia ci offre in questa prima domenica di Avvento è un invito a reagire, ad alzare il capo. E’ un invito scontato forse ripetitivo, per cui siamo tentati di pensare: è sempre la solita minestra. Ma se abbiamo il desiderio di situarlo nel nostro tempo e anche in questo periodo liturgico, forse il tutto potrà sembrare meno scontato.

Siamo ormai in Avvento e questo lo vediamo non tanto da un clima diverso nelle nostre relazioni, nella volontà di risolvere i problemi che affliggono il nostro paese ed il mondo intero, ma dalle luminarie che iniziano a comparire, dai negozi che ci presentano sempre più vetrine colorate e piene di molti prodotti allettanti…

Quando, parecchi anni fa, nelle città si iniziava a fare le prime luminarie e i primi alberi di Natale, percepivo, forse nella mia ingenuità di ragazzo (siamo negli anni ’50…), un’aria diversa: la gente era più sorridente, c’era una luce nuova che mi circondava.

Certo, si andava verso il cosiddetto “miracolo economico” e la speranza in un mondo migliore, senza guerre, il lavoro per tutti, la scuola per tutti, in cui il progresso avrebbe risolto anche la fame nel mondo… c’era in sostanza molta speranza e anche in casa cattolica fermenti nuovi che poi sfociarono nel Concilio Vaticano II, fermenti che andavano nella direzione di una chiesa diversa, di base, per la gente e fatta dalla gente in cui i preti fossero veramente parte di un popolo e non solo dei dispensatori di sacro dall’alto dei loro pulpiti… Inutile recriminare…

Però anche oggi, superati i 75 anni, queste parole mi fanno riflettere. Vediamo come il Vangelo riporta le parole del profeta Gioele. Le parole che leggiamo non sono un messaggio incoraggiante, direi piuttosto angosciante: i segni nel sole e luna – sole e luna erano astri che i pagani adoravano come divinità – nelle stelle – con il termine “stelle” si indicavano i capi, i re, i governatori del popolo. Ci saranno dei segnali nel mondo: il messaggio di Gesù porterà uno scombussolamento nell’ordine costituito. Ci saranno dei cambiamenti radicali, gli imperi crolleranno. Continua a leggere