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E’ anche la nostra storia! Le lesbiche e i gay nella Bibbia

Molti gay e lesbiche hanno timore della Bibbia o non hanno familiarità con il suo contenuto perché pensano che la Bibbia non faccia che condannarli.
Tuttavia, anche se la Bibbia è stata scritta in un contesto culturale patriarcale ed eterosessista, il messaggio d’amore incondizionato di Dio e di Gesù Cristo si rivolge tanto ai gay e alle lesbiche che agli eterosessuali. Un approccio analitico e ragionato della Bibbia offre nuove prospettive di vita per le lesbiche, i gay, le loro famiglie e i/le loro amici/amiche.
I più autorevoli esegeti concordano sempre più nell’affermare che la Bibbia non condanna le relazioni omosessuali. Ai giorni nostri, a giusto titolo, i cristiani gay e lesbiche insistono su questo fatto ma è tempo di andare oltre. Non è sufficiente affermare semplicemente che la Bibbia non condanna l’omosessualità. I gay e le lesbiche possono dire ugualmente: sì, è anche la nostra storia!
 
Aprire le porte degli antichi armadi

La teologia della liberazione e la critica femminista della Bibbia hanno dimostrato che la Bibbia – al fine di donare a tutti una forza liberatrice – deve essere letta con nuovi occhi, specialmente secondo il punto di vista degli oppressi. Quando leggiamo le storie della Bibbia attraverso le nostre esperienze attuali, esse acquistano un altro rilievo. Perché non dire che gli omosessuali sono sempre stati presenti nella Bibbia?
Essi hanno seguito Mosè e Miriam nell’Esodo e hanno camminato in compagnia di Gesù lungo il mare della Galilea. I gay e le lesbiche sono ovunque e lo sono sempre stati anche quando sono silenziosi e rinchiusi nel loro armadio.
È tempo di dare prova d’audacia e di far uscire dal loro armadio personaggi biblici che furono gay, lesbiche o bisessuali.
Attraverso una ricerca appassionata della verità, bisogna porre fine a secoli di silenzio negli studi e nei commentari riguardanti la sessualità nella Bibbia.

La Bibbia evoca direttamente o attraverso la prospettiva dei racconti, personaggi gay o lesbici (rievocazione da mettere in rapporto con ciò che gli storici e gli antropologi sanno della sessualità dei periodi biblici)? La risposta è SI! Certi racconti sono molto espliciti, altre non fanno che suggerire delle relazioni omosessuali. Tutto questo può permettere ai gay e alle lesbiche di immergersi nella Bibbia con gioia.

Una “nazione” di gay e di lesbiche

Il libro degli Atti parla di un Vangelo predicato senza ostacoli (Atti, 28,31) nel quadro della chiesa primitiva. Oggi si rileva un risveglio generale delle comunità gay e lesbiche che giustamente hanno bisogno di avere accesso a un Vangelo proclamato senza intralci.
Due racconti sono cruciali per un siffatto Vangelo: Pietro e Cornelio (Atti, 10) e Filippo e l’eunuco etiope (Atti, 8). Questi due passaggi affondano le loro radici nelle profezie di Isaia 56.
Isaia parla di un giorno futuro in cui i pagani e gli eunuchi faranno parte del popolo di Dio e i loro sacrifici gli saranno “graditi”. La traduzione greca della parola ebraica “gradito” in Isaia 56, 7 appare ugualmente negli Atti 10, 35.

Un Vangelo che includa e predichi senza ostacoli

Il racconto di Pietro e del centurione romano (un pagano) riferisce che a Pietro è fatta una rivelazione divina: “… Dio non fa favoritismi ma in tutte le nazioni colui che lo teme che pratica la giustizia gli è gradito” (Atti 10, 34-35).
La parola “nazione” deriva dalla parola greca “ethnos”. È da là che deriva la parola “etnico”. La parola si applica alla razza, alla cultura, a un popolo. Dunque, Pietro apprende che in ogni razza, cultura e popolo, coloro che temono Dio e praticano la giustizia possono essere battezzati.

Le comunità gay e lesbiche formano soltanto un gruppo politico a sostegno dei comportamenti omosessuali o costituiscono un “ethnos”? Sicuramente ci sono eterosessuali che hanno rapporto omosessuali e gay e lesbiche che non hanno mai rapporti sessuali. Essere gay o lesbiche corrisponde a un tipo di comportamento particolare o a tipi di persone di cui l’attrazione omoerotica è una caratteristica?

Un “ethnos” può essere definito da una storia in comune,  vocabolario, cultura, istituzioni (scuole, biblioteche, associazioni, chiese, sinagoghe, organizzazioni sociali, attività commerciali, etc.), uomini di spicco, responsabili politici, intellettuali, valori, possibilità di riconoscersi gli uni gli altri anche quando si è immersi in una cultura dominante.
Se questi elementi costituiscono un “ethnos”, le persone omosessuali costituiscono un “ethnos” e sono incluse nella parola “nazione” utilizzata negli Atti 10.
Esiste in modo evidente un “ethnos” gay e lesbico nella Bibbia? E’ un problema complesso, reso ancora più complicato dalle centinaia di anni di pregiudizi eterosessuali nella storia e negli studi esegetici.

Dio benedice le persone sterili

Cominciamo dal considerare le concezioni bibliche dell’immortalità. I testi ebraici non dicono nulla di chiaro sul concetto di una vita dopo la morte. Il miglior mezzo per rallegrarsi dell’immortalità è avere degli eredi.
La peggior sorte che poteva capitare a qualcuno era di essere escluso dal suo popolo. Ciò poteva accadere ad alcuni criminali colpiti dall’esilio, a condannati per decisione popolare o a coloro che non lasciavano discendenti alla loro morte. La prosperità e il fatto di avere molti figli erano considerati come due segni della benevolenza divina (Salmo 127, 3-5 e 128, 3-6).

“… un nome che vale più di figli e figlie”

In questo contesto, la sterilità femminile era considerata come una maledizione. Il valore della donna dipendeva dalla sua capacità di dare dei figli a suo marito. La Bibbia è piena di storia di donne che pregano disperatamente Dio di renderle fertili (Salmo 113, 9; Genesi 30, 1; Samuele 1, 10).
La sterilità diventa una metafora utilizzata dai profeti per descrivere la condizione pietosa del popolo d’Israele quando si sentiva abbandonato o maledetto da Dio. Isaia 54 comincia con la riutilizzazione straziante di questa metafora.

In seguito, il messaggio profetico di Isaia va incontro a questa maledizione di sterilità poiché Israele diviene una donna sterile con molti figli.  Due capitoli oltre, Isaia utilizza l’espressione “albero secco” (immagine della sterilità) per indicare degli eunuchi. Egli associa ugualmente il termine esclusi ed eunuchi. In Isaia 56 la parola eunuco è probabilmente un termine generico impiegato per indicare uomini e donne senza figli.

Il principale riferimento della legge che può essere origine di esclusione degli eunuchi dal Tempio si trova nel Deuteronomio (23, 1). Il Levitico (21, 17) dice soltanto che colui che “è infermo non può accostarsi per offrire il nutrimento del suo Dio”.
 
Ciò esclude gli eunuchi che erano, nelle antiche religioni pagane, i sacerdoti dei templi, ed esclude anche probabilmente i bambini nati da unioni incestuose. Isaia proclama un’alleanza inclusiva che promette agli eunuchi e alle donne sterili il beneficio totale delle benedizioni di Dio e “un nome che vale più di figli e figlie … un nome eterno che non perirà mai” (Isaia, 56, 5).

Alcuni sono nati “eunuchi”

Chi sono coloro che la Bibbia chiama eunuchi? Il termine sembra applicarsi agli uomini che sono stati castrati (speso per evitare problemi con le donne della nobilita). Ciononostante, si fa anche riferimento ad eunuchi delle corti reali che non erano necessariamente castrati.
Gli eunuchi di cui si discute nella Genesi, in Isaia, Geremia e Daniele o nel Nuovo Testamento non erano tutti castrati. La parola eunuco è un termine generico che include tanto le donne sterili, gli ufficiali stranieri di una corte, i maghi, i sacerdoti quanto gli uomini castrati. Gli uomini castrati erano spesso omosessuali.

Il matrimonio non è per tutti

Gesù parla di tre tipi di eunuchi: “ci sono eunuchi che lo sono sin dal ventre delle loro madri; ce ne sono altri che sono divenuti tali a causa degli uomini; altri ancora che hanno reso loro stessi eunuchi in vista del regno dei cieli. Chi può comprendere comprenda (Matteo, 19, 12).
Si potrebbe affermare che gli eunuchi che “sono divenuti tali a causa degli uomini” sono coloro che sono stati castrati. Coloro che “si sono resi eunuchi” sono coloro che sono celibi per loro volontà. Cosa si potrebbe dire di coloro che sono nati tali?
Gesù è molto chiaro sul fatto che il matrimonio eterosessuale non è una regola valevole per tutti. Questo commento importante di Gesù riconosce altri modi di vita rispetto al matrimonio eterosessuale, questo concerne i gay e le lesbiche.

Due storie di eunuchi neri, tutti e due membri di una corte reale, dimostrano l’azione redentrice di Dio. In Geremia 38, un eunuco etiope salva la vita di Geremia, un profeta. Geremia, al ritorno, trasmette un messaggio di Dio indirizzato al re che descrive il modo in cui Gerusalemme può essere salvata.

Un altro eunuco etiope, in Atti 8, è battezzato dall’apostolo Filippo. L’eunuco sta per leggere il passo di Isaia 53, un passo di profezia messianica che descrive il destino del Servitore Sofferente che sarà “rifiutato” dal mondo dei vivi.
L’eunuco comprende il messaggio in questo modo: coloro che sono stati rifiutati devono essere accolti  e accettati. Donde la domanda: “cosa mi impedirebbe di essere battezzato?”. L’apostolo Filippo risponde: “Niente!”

Gesù sceglie una nuova “famiglia”

Gesù Cristo, che compie la profezia di Isaia 53, fu rifiutato dal suo popolo in due modi: fu giustiziato come un criminale e morì senza eredi. La morte e la resurrezione di Gesù Cristo conferiscono una nuova dimensione alla vita eterna, dissociandola dalla necessità di fare figli.
Un bel giorno, interrogato da sua madre e dai suoi fratelli biologici, Gesù designò i suoi discepoli come la sua nuova famiglia ed aggiunse: “chiunque fa la volontà di Dio è mio fratello, mia sorella o mia madre” (Marco, 3, 31).

 Gesù ha avuto uno stile di vita marginale

La vita relazionale di Gesù come riportata nei vangeli differisce enormemente da ciò che è chiamata la famiglia nucleare.  er esempio, è scritto che Gesù amava Lazzaro, Marta e Maria. Cosa attirò Gesù verso questo gruppo familiare molto poco tradizionale, costituito da un uomo celibe che viveva con le sue due sorelle?
Due donne sterili e un eunuco costituivano il gruppo che Gesù aveva scelto. Possiamo affermare che erano tutti eterosessuali celibi? E se Marta e Maria non fossero state sorelle ma si chiamassero così l’una con l’altra come hanno fatto molte coppie lesbiche attraverso la storia?

Il vangelo di Giovanni evoca non meno di otto volte “colui che Gesù amava”, ugualmente chiamato “il discepolo amato”. I teologi ed esegeti fanno riferimento raramente al fatto che Gesù intrattenesse un’amicizia particolare con un uomo. Il fatto che Gesù fosse o no omosessuale non è stato studiato a causa dell’omofobia.

La Bibbia, infatti, ignora il matrimonio così come noi lo conosciamo, cioè etero, monogamo e per tutta la vita. La Bibbia tratteggia il matrimonio in termini di proprietà e di transazioni commerciali, di poligamia, di famiglia allargata, di gruppi tribali, di matrimonio secondo la legge del Levirato o ancora secondo altri costumi.
Le tendenze ostili al matrimonio che si trovano nel Nuovo Testamento e la deprecazione della sessualità da parte dei primi teologi sono ben conosciute dagli storici e dai sessuologi.

Le comunità dei primi cristiani, descritte negli Atti, erano costituite da vedove senza figli, anziane prostitute, emarginati dalla società, celibi, persone sposate, eunuchi, neri, ebrei, pagani. Questi, che prima erano emarginati, rappresentavano il compimento della profezia di Isaia 56: “la mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutti i popoli”. 

Le relazioni omosessuali nella Bibbia

I racconti biblici di due coppie omosessuali mostrano a gay e lesbiche esempi di fervido amore vissuto in circostanze difficili. Il libro di Ruth riporta una storia d’amore ma non si tratta di un romanzo tra Ruth e Booz. Infatti, il personaggio principale è Noemi e Ruth è l’”eroe redentore”. La relazione di Booz e Ruth, lungi dall’essere romantica, rientra nella sfera del dovere di famiglia e di proprietà.
Il racconto contiene la più emozionante promessa di fedeltà che potrebbe unire due persone in tutta la Bibbia: “Ruth risponde (a Noemi): non insistere perché ti lasci e mi allontani da te! Dove tu andrai io andrò, dove tu dimorerai, io dimorerò; il tuo popolo sarò il mio popolo, e il tuo Dio sarà il mio Dio; dove tu morrai, io morrò e là sarò sepolta”. Ruth 1, 16-17.

Benché questo passaggio sia utilizzato durante cerimonie di matrimoni eterosessuali, è una promessa fatta tra due donne! Morti i mariti durante la guerra, Ruth fa questa dichiarazione a sua suocera.  Ruth si sposa con Booz, un parente prossimo e da anche a Noemi un posto nella sua famiglia. Ella portò ugualmente in grembo un bambino per Noemi.

Hanno Ruth e Noemi una relazione omosessuale? Non c’è modo di sapere. Tuttavia è evidente che le due donne hanno una relazione appassionata e ardente di lunga durata. Questa relazione è celebrata dalla Bibbia.

Uniti da un’alleanza d’amore

Un’altra storia, quella di Davide e Gionata, si tesse in un epoca in cui le coppie di guerrieri/amanti, costituivano una pratica comune e nobile.
Il triangolo tragico della passione, della gelosia e dell’intrigo politico tra Saul, Gionata e David ci conduce a una delle più esplicite espressioni omosessuali della Bibbia. Ecco le parole di Davide, alla morte di Gionata: “L’angoscia mi stringe per te, fratello mio Gionata. Tu mi eri molto caro. Il tuo amore era per me prezioso più che amore di donna” (2, Samuele 1-26).

L’autore insiste sulla bellezza maschile di Davide (1 Samuele 16, 12) in questa storia d’amore e di lealtà posta sotto il segno della poesia romantica (1 Samuele 18, 1-5), degli incontri segreti (1 Samuele 20, 1-23, 35-42), di baci e di lacrime (1 Samuele 20, 41), del rifiuto di mangiare (1 Samuele 28, 32-34) e dell’alleanza esplicita del guerriero/amante alla quale Davide resta fedele dopo la morte di Gionata.
 
Non si può leggere questo racconto senza capire che Gionata era l’amore della vita di Davide. Secoli di interpretazioni omofobe della Bibbia hanno messo questi personaggi nell’armadio per troppo tempo.

Domande

È veramente tutto? Solo qualche profezia riguardante la sterilità, gli eunuchi e solo due coppie omosessuali? C’è molto di più da scoprire ed i teologi e gli esegeti dovrebbero riflettere sulle seguenti domande:

- Gli eunuchi nella storia di Giuseppe (Genesi 39-45) e il libro di Ester sono omosessuali, eunuchi che risiedono nelle corti reali e che servono i responsabili religiosi?

- Una parabola (Luca 15) presenta una donna che ha perso una moneta, ne aveva dieci e ne ha persa una. I gay e le lesbiche rappresentano la moneta perduta e ritrovata oggi? I gay e le lesbiche rappresentano il 10% della popolazione. Sono la decima parte dell’umanità costituente il lievito di ogni cultura?

- Un centurione si rivolge a Gesù affinché guarisca il servitore a lui caro (Luca 7). La parola greca in Matteo 8 è “pais” che significa giovane schiavo. Questa parola,all’epoca serviva ad indicare generalmente un giovane uomo nell’ambito di una relazione omosessuale. Perché Gesù apprezza la fede del centurione e non dice nulla del suo stile di vita?

- L’apostolo Paolo non ha alcuna simpatia per gli eterosessuali che non riuscivano a controllare i loro istinti. Allo stesso tempo, la sua vita affettiva ruotava attorno a uomini come Timoteo, Barnaba e Sila. Forse che le sue lunghe diatribe riguardo le  persone con le quali lavorava e riguardo le chiese, il suo instancabile zelo missionario, siano in parte un modo per reprimere la sua omosessualità?

- Un giovane uomo ricco è venuto a parlare con Gesù (Marco 10, 21), “Gesù fissato il suo sguardo sopra di lui, lo amò”. Qual è il legame tra la spiritualità incarnata di Gesù e il suo amore per uno straniero in necessità? Quali studi sono stati fatti relativamente alle otto volte in cui Gesù ha detto di amare qualcuno? Qual è il legame tra l’amore di Gesù per gli altri e la sua sessualità?

- Che ne è di Lidia (Atti 16), commerciante, indipendente, pagana, venditrice di porpora e prima cristiana europea. Non è fatta alcuna menzione di un marito o di figli. Al contrario, è detto che dirigeva un gruppo di donne alle quali Paolo predicava. Lidia era lesbica?

Che vantaggio c’è?

Qual è il vantaggio per i gay e le lesbiche nel cercare di ritrovarsi nella Bibbia? È bene conoscere i personaggi della Bibbia così com’erano e non in modo irreale pretendendo che fossero tutti etero.  Nelle allusioni o nei riferimenti biblici ai gay e alle lesbiche non c’è alcuna condanna. Che ciò permetta ai gay e alle lesbiche di leggere senza timore la Bibbia e di sperimentare nella loro vita il suo messaggio di salvezza e di sostegno.
Rev. Nancy L. Wilson, Pastore della Church of the Trinity
fonte:  Eglise.mcc, 1992, tradotto da Lucia del Gruppo Ponti Sospesi di Napoli