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DOCUMENTO DELL'ASSOCIAZIONE REDS
SUL GAY LESBIAN TRANSGENDER PRIDE
 
Giugno 2000
1. La lotta per la realizzazione del Gay Lesbian Transgender Pride a Roma rappresenta in questa congiuntura l'elemento più importante della lotta di tutti i soggetti sociali oppressi, per questo esige dalle rappresentanze politiche, sindacali, associative dei lavoratori, dei giovani, delle donne, oltre che ovviamente di lesbiche, gay e transessuali, il massimo sforzo di unità, determinazione e mobilitazione.
 
2. La vicenda del Gay Lesbian Transgender Pride ha portato alla luce in tutta la sua evidenza la natura di soggetti sociali e gruppi politici che altrimenti, non messi alla prova dei fatti, sono soliti nascondere la propria vera sostanza dietro a fumi e parole: tale è il caso dei liberali, dei socialdemocratici, del Vaticano, del centrosinistra, ecc.
 
3. Il Vaticano costituisce uno dei bastioni del dominio maschile, adulto ed eterosessuale. Sbaglia chi pensa che la gerarchia ecclesiastica sia espressione indiretta del capitalismo. Certo, con questo è alleato, ma non esita, se ciò va in direzione del mantenimento del proprio potere, a criticarlo e ad opporvisi. La gerarchia ecclesiastica è la più antica burocrazia del mondo. Al pari di quella che una volta dominava in URSS non rappresenta una nuova classe, ma un ceto che salvaguardia la propria esistenza parassitaria nella società nella quale è inserita e garantisce potere e privilegi ai suoi membri. Questi sono maschi misogeni, che esaltano la famiglia, cioè il potere degli adulti e dei padri, perché immaginano che solo così, indottrinando i bambini sin da piccoli, questi possano accettare la loro versione del cristianesimo. L'odio della Chiesa contro gli omosessuali è figlio dell'odio verso tutto ciò che può mettere in forse lo schema familiare, che unico può garantire la trasmissione dell'ideologia della gerarchia cattolica: un padre che comanda, ma che è assente, una madre presente ma succube e che educa i figli alla sottomissione verso la burocrazia ecclesiastica ed i suoi precetti.
 
4. La destra abilmente si è divisa i compiti: il suo settore "cattolico" e fondamentalista (AN e CCD) svolge il ruolo di pasdaran dell'eterofascismo, mentre FI si ritaglia un ruolo più defilato simile a quello di Amato ("manisfestazione inopportuna"). In ciò dimostra il carattere della destra italiana, che come tutte le destre (Repubblicani USA, Chiracchiani, ecc.) per vincere conta non solo sull'appoggio della borghesia (troppo ridotta numericamente per bastare da sola) ma anche su quello di altri soggetti sociali oppressori, così ingenui o stupidi da barattare i propri interessi di classe con quelli di maschio e di eterosessuale. Punta di lancia di questo schieramento sono i fascisti di Forza Nuova ai quali viene concesso di manifestare pur avendo apertamente dichiarato di cercare lo scontro fisico.
 
5. Tutti i maestrini che dalle prime pagine del Corriere e della Stampa ci distribuivano, a noi di sinistra, pillole avvelenate del loro liberalismo, i vari Galli della Loggia, Panebianco, ecc. si stanno nascondendo sotto il tavolo. Il loro è il liberalismo del denaro, quello che si accanisce contro operai e pensionati, e grida alla libertà individuale, intendendo con questa la libertà del capitalista di licenziare e sfruttare, ma che ignora ogni altro genere di libertà. E' la libertà al 3%, tale è il numero di capitalisti nel nostro Paese. Si guardano bene dall'attaccare le gerarchie ecclesiastiche che sperano di avere alleate nella lotta contro il movimento operaio.
 
6. Il centrosinistra ha dimostrato sino in fondo la sua natura equivoca e nefasta: il centro della coalizione si è schierato non solo con la borghesia in una infinità di occasioni, ma anche con gli altri soggetti sociali oppressori. Il massimo della depravazione lo si è raggiunto quando Amato ha detto che il raduno omosessuale era "inopportuno", per precipitarsi poi alla sfilata dell'orgoglio militarista, maschilista ed eterosessuale, delle Forze Armate.
 
7. La sinistra socialdemocratica si è trovata sommamente in imbarazzo in questa vicenda. Aveva cercato, dal congresso di Torino in poi, di mostrarsi come "sinistra dei valori", che avalla gli attacchi ai lavoratori, ma si presenta "almeno" come forza a favore dei diritti civili, ecc. I DS invece alternano prese di posizione genericamente a favore del raduno ad imbarazzati silenzi e ad ancor più significativi inviti alla moderazione "da ambo i lati". I DS sognano un mondo ideale dove non siano costretti a scegliere tra oppressi ed oppressori; ora si accorgono che anche il campo dei cosiddetti "diritti civili", che pareva tanto tranquillo e neutrale, è un'arena di scontro tra soggetti sociali tra loro opposti.
 
8. Il PRC ha assunto una posizione politica corretta. Ha difeso il corteo, ed ha dato ampio rilievo sul proprio quotidiano alla vicenda. Ma non si sta andando fino in fondo. Troviamo ancora i residui di anni in cui il nostro partito ha salutato uno dei papi più reazionari della storia, Papa Wojtila, come un "innovatore" arruolandolo addirittura tra i nemici della "globalizzazione". Ha contribuito con ciò ad abbassare la guardia nei confronti di un papato che è stato in prima linea nella guerra contro la chiesa del dissenso. Notiamo oggi sulla questione centrale della limitazione del percorso del corteo dell'8 luglio un pericoloso rilassamento, mentre invece la questione è centrale. Per il PRC l'8 luglio deve divenire un giorno di mobilitazione di tutta la sua militanza. Quella giornata può assumere un carattere storico se serve a compiere un passo in avanti in direzione dell'unità strategica tra omosessuali e movimento operaio. Per questo il PRC non deve limitarsi ad una presenza di rappresentanze ufficiali, ma deve mobilitare le proprie basi in una manifestazione che veda presente anche una delegazione di massa di comunisti, e per far questo occorre organizzare concretamente i pullman, i treni, attivare la propaganda, ecc. Il PRC inoltre deve rompere su questa questione con la giunta Rutelli, la vergogna del centrosinistra. E' inutile parlare ai DS della necessità della rottura del centrosinistra, quando non la pratica per primi. Il PRC non è l'unico soggetto della sinistra antagonista a dover andare sino in fondo. I centri sociali, l'associazionismo, ecc. devono andare nella stessa direzione delle femministe della Marcia 2000 che hanno aderito ufficialmente al corteo e si impegnano a parteciparvi. Lo stesso chiediamo alla CGIL ed ai sindacati extraconfederali.
 
9. Il Gay Lesbian Transgender Pride costituisce la straordinaria occasione per costruire in Italia un movimento omosessuale di massa, alleato strategico, ma per ora potenziale, di tutti gli oppressi. A poco servono la moderazione di Arcigay e la sua politica da lobby, si deve essere pronti a dichiarare di voler sfidare i divieti della questura, il corteo del Gay Lesbian Transgender Pride deve poter sfilare dove vuole, anche fino a San Pietro. E se gli spazi non vengono concessi bisogna prenderseli.
 
10. Dobbiamo aver chiaro qual è il principale soggetto antagonista degli omosessuali: la grande massa degli eterosessuali. Un sondaggio commissionato dal Corriere della Sera all'ISPO il 3 giugno ha rilevato che il 42% degli italiani è contrario allo svolgimento a Roma del Gay Lesbian Transgender Pride (a favore il 29%, non sa il 29%). Le rappresentanze politiche, sindacali, religiose, associative che oggi sono in Italia non rappresentano solo gli interessi di classi sociali, ma anche quelli degli eterosessuali. Questi ultimi hanno interessi contraddittori: sono attori dell'oppressione verso le minoranze sessuali, ma allo stesso tempo vittime di altre forme di oppressione: quella dei maschi, dei padroni, degli adulti. Noi dobbiamo sforzarci di costruire un ampio fronte che veda uniti lavoratori e lavoratrici, giovani, donne e immigrati insieme agli omosessuali, ognuno rinunciando al proprio ruolo di oppressore. La forma concreta di questa alleanza possibile oggi è la lotta e la partecipazione al Gay Lesbian Transgender Pride. Sbaglieremmo se pensassimo che è con la moderazione o la scarsa ostentazione della propria diversità che si guadagneranno le simpatie degli altri soggetti sociali oppressi: al contrario è solo con la forza e la determinazione a battersi contro la propria oppresisone che i soggetti sociali oppressi impareranno a rispettarsi e a solidarizzare tra loro.

Associazione REDS