Foglio di Comunità – n° 10/2015

Bollettino informativo non periodico della Comunità cristiana di base Viottoli
Distribuzione gratuita — Pinerolo (To),  30/09/2015

 

LA CDB VIOTTOLI DICE GRAZIE A MONS. CHARAMSA

Nel corso della celebrazione eucaristica di domenica 4 ottobre, abbiamo rivolto a Dio una preghiera di ringraziamento per il coraggio con cui mons. Krzysztof Charamsa ha fatto coming out, rivelando la sua omosessualità, parlando della felicità della sua relazione di coppia e denunciando l’omofobia imperante in Vaticano.

Alla vigilia dell’apertura del Sinodo sulla Famiglia la sua scelta coraggiosa ci sembra un gesto politico profetico che speriamo venga accolto da molti e molte nella Chiesa e nel Sinodo con la giusta considerazione: un altro passo avanti sulla strada della convivialità evangelica di tutte le differenze.

A Krzysztof Charamsa tutto il nostro affetto e la nostra solidarietà.

La CdB Viottoli di Pinerolo

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LE  EUCARESTIE

DOMENICA    4 ottobre     ore  10  (prepara Beppe)

DOMENICA  25 ottobre     ore  10  (con la partecipazione di Giovanni Franzoni e Stefano Toppi della Cdb san Paolo di Roma); seguirà il pranzo comunitario. E’ benvenuto/a chiunque desideri parteciparvi.

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GRUPPO  BIBLICO

Ogni lunedì sera, alle ore 21, presso il FAT: stiamo leggendo il libro di Giobbe.

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ASSEMBLEA  DI  COMUNITA’

Lunedì 26 ottobre, alle ore 21: invece del gruppo biblico.

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GRUPPO DONNE

Mercoledì 7 ottobre, alle ore 21, a casa di Carla.

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GRUPPO RICERCA

Giovedì 8 e 22 ottobre, alle ore 21, sempre a casa di Paola ed Elio.

Stiamo continuando la lettura di alcuni capitoli del libro Le società matriarcali, di Heide Goettner Abendroth: dopo aver letto quelli sulle società dell’Asia e delle isole del Pacifico, abbiamo cominciato a far conoscenza con quelle dell’America. Poi toccherà all’Africa.

Sono letture estremamente interessanti: il gruppo è aperto ad accogliere con gioia chiunque volesse coinvolgersi.

 

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UN ABBRACCIO GRANDE…

… a Luciano, che ha accompagnato sua mamma fino al momento della morte, con grande affetto e dedizione.

… a Maria Franca, trattenuta ancora per un po’ a L’Aquila: sua mamma è caduta e stanno aspettando che si rinsaldi l’anca fratturata.

… alla comunità parrocchiale di s. Lazzaro e, in particolare ad Angelo Polastro, per la morte di suo fratello Mario, con cui ha condiviso per molti anni la cura della comunità.

… e sono sempre nei nostri cuori e nelle nostre preghiere Elsa, Franca… e le sorelle e i fratelli che non sempre riescono a partecipare ai nostri incontri comunitari.

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Le  CdB  del  Piemonte

invitano all’incontro:

Chiesa di base che cammina: testimonianze

con

Giovanni Franzoni

Antonietta Potente

Enrico Peyretti

Sabato  24 ottobre 2015 – ore 15

presso l’associazione Opportunanda
via Sant’Anselmo 28 Torino

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RIUNIONE DI COLLEGAMENTO NAZIONALE DELLE CDB

Lo scorso fine settimana ho partecipato al Collegamento delle CdB che si è svolto presso la Comunità del Coteto, a Livorno, che ci ha affettuosamente ospitati/e e a cui va il mio e nostro grazie. Dal Piemonte abbiamo partecipato in 3: Francesco (Via Città di Gap), Cesare (Piossasco) ed il sottoscritto.

E’ stato un incontro che ha visto la partecipazione di diverse comunità con interventi molto numerosi, che hanno confermato la ricchezza e la peculiarità di ogni singola comunità, ma anche un percorso comune che dura ormai dalla nascita ad oggi.

In attesa del verbale che potrà essere molto più preciso, prendendo spunto dagli appunti, relaziono brevemente sull’incontro.

Come di consueto l’incontro si è svolto su due giornate: sabato pomeriggio e domenica mattina.

Nel pomeriggio del sabato abbiamo parlato, dopo alcune comunicazioni amministrative, di due argomenti: relazione sugli avvenimenti che ci hanno visti partecipi nel 2015 e il nostro essere CdB, dove collocarci, il rapporto con la Chiesa.

Nel corso di quest’anno abbiamo partecipato al convegno “Chiesa di tutti, chiesa dei poveri” organizzato da alcuni movimenti di base, in cui Franco ha portato il nostro saluto ed ha proposto di dare vita ad un Sinodo permanente. Per dare seguito a questa proposta si è deciso di incontrarsi a Firenze nell’ottobre di quest’anno.

Si parteciperà, dando anche un contributo economico, al convegno internazionale in occasione della ricorrenza dei 50 anni dalla chiusura del Concilio, nel mese di novembre a Roma.

Il secondo argomento ha visto fra i presenti un confronto interessante e ricco ed ha evidenziato una pluralità di posizioni anche all’interno delle singole comunità: rapporti con la Chiesa e con i gruppi di base, come essere oggi CdB e cosa fare. Il rapporto con gruppi di base ha anche evidenziato una notevole difficoltà ad essere accolti: non si partecipa non perché non si vuole, ma perché non si è accettati. Il racconto dei singoli cammini ha evidenziato, a mio avviso, la ricchezza delle diverse esperienze, anche se spesso le comunità, ad eccezione di alcune, sono composte da un numero limitato di fratelli e sorelle.

La domenica è iniziata da parte di Anna di Verona con un breve resoconto dell’incontro delle “Donne CdB e  non solo” a Verona nel maggio di quest’anno. La partecipazione è stata molto numerosa (oltre un centinaio le partecipanti) e ha visto la presenza di alcune suore.

Il convegno del 2016 sarà nel ponte del 25 aprile.

I temi proposti sono stati molti (salvo qualche dimenticanza…):

  • L’ambiente, l’enciclica di Francesco
  • Migranti e le nuove povertà
  • Piccole comunità senza prete: avvenire della Chiesa
  • Riflettere sul nostro percorso: dobbiamo ancora esistere o dobbiamo chiudere…
  • Giubileo: un anno sabbatico; ad esempio: remissione del debito ai paesi poveri – no indulgenze e no perdono
  • I nuovi linguaggi della fede
  • La chiesa ai tempi di Francesco

Il tema sarà scelto con una consultazione fra tutte le comunità.

Viene proposto di modulare il convegno utilizzando modalità degli incontri delle donne.

Il luogo: la scelta sarà tra 1) Verona   2) Modena   3)Rimini?

Prossimo collegamento: Bologna o Firenze. Bocciate Pinerolo e Napoli perché troppo lontane. Data: 12/13 dicembre 2015.

Ecco la sintesi, forse un po’ lunga, di quanto sono riuscito a registrare.

Memo Sales

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GRUPPO MEDITAZIONE

Ci troviamo ogni venerdì al Fat, vicolo Carceri n° 1 dalle 20 alle 21,30. I nostri incontri prevedono una meditazione guidata di circa un quarto d’ora seguiti da una meditazione silenziosa di un altro quarto d’ora. Poi proseguiamo con la lettura di un testo di Corrado Pensa “La tranquilla passione” condividendo dubbi, comprensioni esperienziali e domande aperte a risposte personali e non sempre immediate. I testi per suscitare le riflessioni e gli approfondimenti sono scelti dal gruppo.

Se sei interessata/o puoi presentarti direttamente al Fat, se invece vuoi più informazioni, chiama Maria Capitani.

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3 OTTOBRE 2013 – 3 OTTOBRE 2015

Il 3 ottobre 2013 un terribile naufragio, avvenuto a mezzo miglio dalle coste di Lampedusa vicinissimo al porto, causò 366 morti accertati e circa 20 dispersi. Erano migranti, soprattutto eritrei.

L’associazione Askavusa di Lampedusa, con cui collabora la Rete nazionale delle Città Vicine, ha proposto di organizzare, il 3 ottobre 2015, in tutte le città disponibili, la proiezione del film-inchiesta di Antonino Maggiore su quella tragedia e che il film venga diffuso il più possibile: per chiedere di aprire un’indagine per mancato soccorso sulla strage di quella notte e aprire una discussione sulle connessioni tra gestione delle migrazioni e militarizzazione.

Anche a Pinerolo, città ormai entrata nella Rete delle Città Vicine, ci siamo ritrovati/e alle ore 17 al circolo Stranamore, uomini e donne di diverse associazioni e gruppi. Dopo la proiezione abbiamo scambiato riflessioni e proposte, anche alla luce delle esperienze che stiamo vivendo grazie alla presenza sul nostro territorio di decine di migranti. Oltre alla gestione delle iniziative concrete per assicurare loro la miglior accoglienza possibile, abbiamo convenuto sulla necessità di approfondire i problemi che stanno alla radice di queste migrazioni di massa, in particolare dall’Africa e dal Vicino Oriente: basta guerre; esigenza di un’economia diversa, non di rapina; esigenza di vie sicure per la migrazione…

Alle Amministrazioni Pubbliche e alle Forze Politiche del Pinerolese chiediamo di farsi carico, insieme a noi, anche di questi aspetti del problema, per far crescere dal basso una forte richiesta ai Governi occidentali, cominciando da quello italiano, perché cambino radicalmente le forme delle relazioni internazionali e cessi la politica economica fondata sulla rapina violenta delle risorse altrui.

Ci siamo lasciati/e con l’impegno a ritrovarci per approfondire e a far circolare le notizie che arriveranno da Lampedusa in merito all’inchiesta per mancato soccorso e alla militarizzazione dell’isola.

Chi desiderasse organizzare proiezioni del film me lo chieda liberamente.

Beppe Pavan

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VIOTTOLI

Stiamo lavorando alla preparazione del n. 2 del 2015 del nostro semestrale Viottoli.

Ringraziamo tutti/e coloro che tramite email e telefono ci contattano e per gli apprezzamenti che sovente riceviamo. Vi invitiamo a collaborare mandandoci articoli, riflessioni, preghiere, recensioni…

Per chi ancora non lo avesse fatto, sollecitiamo il rinnovo della quota associativa: 25,00 € (socio ordinario) – 50,00 € (socio sostenitore); oppure potete versare un contributo libero utilizzando il ccp n. 39060108 intestato a: Associazione Viottoli – via Martiri del XXI, 86 – 10064 Pinerolo (TO) o con bonifico bancario: IBAN: IT 25 I 07601 01000 000039060108    BIC/SWIFT: BPPIITRRXXX

Vi invitiamo inoltre a richiedere copie saggio gratuite del nostro semestrale (per informazioni: viottoli@gmail.com). Sono disponibili alcune raccolte complete con tutti i numeri della rivista dal 1992 a oggi. Per informazioni potete scriverci o contattare Carla Galetto: carlaebeppe@libero.it.

Sul nostro sito http://www.cdbpinerolo.it cliccando su VIOTTOLI —> ARCHIVIO DEI NUMERI ARRETRATI trovate, e potete scaricare gratuitamente, tutti i numeri in formato *.pdf dal 1998 al 2014.

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Il Circolo dei lettori “Il piacere di leggere” di Frossasco

Venerdì 9 Ottobre 2015 ore 20,45

Presso il Museo dell’Emigrazione – P.zza Donatori di Sangue, 1- Frossasco

Organizza la presentazione del libro

IL PAPA SANTO E ASSASSINO

di Cesare Bianco

Il papa santo e assassino è la raccolta di quattro racconti storici ambientati nel Cinquecento italiano e ispirati da processi inquisitoriali.

I racconti “L’eretico Giovanni Maria Maranello” e “Pietro Antonio da Cervia eretico relapso” prendono spunto dalle vicende della comunità modenese dei “fratelli”, nel suo ultimo periodo di vita, nel vivo della repressione inquisitorale. Nel racconto che dà il titolo all’opera, il protagonista è papa Pio V che con il suo cruento controriformismo non risparmierà nessuno, neppure gli uomini di chiesa. L’ultimo racconto “Chiara la strega di Campogalliano” fornisce, invece, uno spunto per quanto riguarda la “caccia alle streghe”, condotta con eguale ferocia e tenacia di quella agli eretici.

Interviene:  Cesare Bianco autore (studioso di storia dell’eresia e dell’inquisizione nel Cinquecento);  Beppe Pavan, moderatore

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GRUPPO UOMINI IN CAMMINO: Giovedì 1, 15 e 29 ottobre

Nei mesi di ottobre e novembre parteciperemo al progetto MI FIDO DI TE nelle scuole superiori del Pinerolese, ideato e gestito dalla Diaconia Valdese. Siamo coinvolti con consapevolezza e impegno in questa iniziativa, che si inscrive a pieno titolo nel percorso della rete nazionale EDUCARE ALLE DIFFERENZE, che ha tenuto il secondo incontro a Roma nello scorso mese di settembre. Chi fosse interessato/a a conoscerla nel dettaglio vada al sito www.scosse.org. SCOSSE è l’associazione che ha preso l’iniziativa. A Pinerolo stiamo cercando di dar vita ad un coordinamento di insegnanti sensibili e attente/i non solo all’insegnamento della propria materia, ma anche alle modalità con cui ragazzi e ragazze vivono le relazioni a scuola.

Ricordiamo anche che la mostra fotografica “Riconoscersi uomini, liberarsi dalla violenza” è a disposizione di gruppi e associazioni che ce la chiedano. Basta telefonare al n. 339/1455800 (Beppe) per concordare date e modalità di affidamento.

In occasione del prossimo 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza maschile alle donne, la mostra è già stata prenotata dal gruppo donne della Val Pellice e sarà esposta in alcuni comuni della valle.

Ricordiamo infine agli uomini che leggono questo foglio che il nostro gruppo è sempre aperto a chi sente il desiderio di conoscerci o di mettersi in cammino con noi. Basta una telefonata per un contatto preventivo con uno di noi. Gli incontri del gruppo si svolgono presso la sede del FAT (Vicolo Carceri 1, Pinerolo) ogni quindici giorni, il giovedì, con il solito orario: 19-20,30. Poi andiamo in pizzeria a far cena.

Angelo, Beppe, Domenico, Luciano, Ugo

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RETE PINEROLESE “LIBERI DALLA VIOLENZA

Dal 10 marzo scorso ha preso avvio la costruzione di una rete di associazioni, gruppi e istituzioni che desiderano attivare anche nel pinerolese un Centro di accoglienza ed ascolto per uomini: che hanno commesso qualche violenza nelle loro relazioni personali e familiari o sentono il rischio di commetterne o vivono disagi e malesseri di cui non sanno con chi parlare.

Abbiamo elaborato un progetto specifico, con la partecipazione convinta di associazioni, professionisti/e, gruppi ed istituzioni, che nelle prossime settimane presenteremo anche a uomini e donne della politica regionale e nazionale, per averne sostegno non solo verbale.

Il prossimo incontro sarà convocato appena avremo risposte su cui confrontarci. La rete è aperta a chiunque desideri collaborare.

Per il Gruppo “uomini in cammino”: Beppe (339/1455800)

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COMUNITA’ CRISTIANA DI BASE DI PIOSSASCO

Sabato 10 ottobre h 15,00: riflessione sul libro della preghiera di Mattew Fox (a cura di Carla): ci troviamo da Maria Grazia Suppo.

Per l’eucarestia l’appuntamento è domenica 25 a Pinerolo con Franzoni.

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DOMANDE E RISPOSTE SUL PROGETTO DI ACCOGLIENZA AI MIGRANTI A VILLAR PELLICE

Per noi operatori che lavoriamo nell’accoglienza è normale avere a che fare con persone di colore, africane o mediorientali, che non parlano l’italiano e hanno necessità diverse dalle nostre: è il nostro lavoro e lo facciamo con gioia ed energia. Ciò nonostante capiamo la difficoltà di un paese di poco più di mille abitanti ad accettare l’idea che sessanta migranti vengano inseriti improvvisamente in una struttura all’interno del paese. Per questo motivo abbiamo stilato un elenco dei dubbi più frequenti e abbiamo dato una risposta.

Perché è stato aperto un nuovo centro di accoglienza a Villar Pellice?

Il flusso di profughi destinati al Piemonte è aumentato in questi ultimi mesi estivi, il centro di smistamento della Croce Rossa di Settimo Torinese ha dovuto allestire una tendopoli per ospitare i migranti straordinari e la Regione Piemonte si è mossa per smaltire l’emergenza il più in fretta possibile. Di qui la decisione della Prefettura di Torino di collocare il maggior numero possibile di persone nell’ex Feltrificio Crumière, di proprietà della Regione. Alla Diaconia Valdese è stata offerta la possibilità di gestire il centro, se avesse rifiutato queste persone sarebbero comunque arrivate e la gestione affidata ad altri soggetti provenienti da fuori. La Diaconia Valdese già gestisce sul territorio della val Pellice e della val Chisone progetti di accoglienza analoghi per circa 60 persone.

Perché accoglierli?

Perché è previsto dalla nostra costituzione. Avere la possibilità di fare richiesta di asilo politico è un diritto fondamentale di chiunque lo ritenga necessario.

Lo straniero, al quale sia impedito nel suo Paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge” Cost. Art. 10 Co. 3.

Ma per tutti i cristiani l’accoglienza dello straniero è anche un imperativo evangelico. Nella vita della Chiesa infatti, a fianco della predicazione della Parola, c’è la diaconia, cioè la relazione di aiuto verso il nostro prossimo, verso tutti coloro che ne hanno bisogno, verso gli ultimi della nostra società di oggi.

Cosa faranno tutte queste persone in un paese così piccolo?

Seguiranno le attività che vengono organizzate in ogni centro di accoglienza e anche nei progetti già gestiti dalla Diaconia Valdese in val Pellice: principalmente andranno a scuola, ai corsi di italiano organizzati per loro a Villa Olanda, a Luserna San Giovanni, seguiranno le pratiche di richiesta di asilo a Torino, faranno i primi documenti negli uffici della Valle. L’ex Feltrificio è una struttura grande e versatile, che vogliamo aperta al territorio di Villar Pellice e alla Valle e che ben si presta ad attività di laboratorio e inclusione sociale. Più avanti potranno essere coinvolti lavorativamente con borse lavoro o attività di volontariato.

Possono lavorare?

Per i primi sei mesi la legge italiana vieta loro di lavorare, dopo questo periodo iniziale invece possono svolgere attività lavorativa e sono ben contenti di farlo. Varie attività locali hanno attivato borse lavoro con le persone già ospiti in val Chisone e in Val Pellice nei progetti della Diaconia Valdese, favorendo così la loro formazione e usufruendo allo stesso tempo di un aiuto a costo zero. Spostamenti permettendo accolgono sempre volentieri qualsiasi proposta lavorativa, come lavori pesanti o di giardinaggio, vi invitiamo dunque a contattarci per qualsiasi suggerimento.

Quanto possono stare nei centri di accoglienza?

La legge prevede che siano ospitati nei centri di accoglienza tutto il tempo necessario a svolgere la pratiche burocratiche di richiesta di asilo politico. In pratica rimangono nei centri finché non vengono riconosciuti come rifugiati e ottengono il permesso di soggiorno, oppure finché la commissione decide di negargli lo status di rifugiati e sono costretti ad abbandonare l’Italia.

Una volta riconosciuti come rifugiati, continuano ad essere mantenuti?

No, una volta finito l’iter burocratico di richiesta di asilo il loro periodo di accoglienza finisce. A quel punto le persone escono dal centro e iniziano a costruirsi un futuro in Italia con nient’altro che il permesso di soggiorno in mano.

Quanto dura il processo di richiesta di asilo?

I tempi variano molto da prefettura a prefettura. Il tempo minimo di attesa per un primo colloquio con la Commissione Territoriale è di qualche mese, ma può arrivare anche all’anno e mezzo. L’esito di questo colloquio si fa aspettare altri 3 o 4 mesi. Se l’esito è negativo il richiedente asilo ha diritto a fare ricorso, in questo caso dovrà aspettare da 3 ai 5 mesi per avere un’udienza e altrettanti mesi per saperne l’esito. In definitiva, per sapere se hanno diritto a rimanere in Europa oppure no devono aspettare da 6 mesi a 2 anni.

È vero che ricevono 35 euro al giorno a testa?

No, 35 euro è la cifra destinata all’ente gestore, in questo caso la CSD Diaconia Valdese, per il loro sostentamento. Questi soldi di fatto vengono spesi in affitto per le abitazioni, per il pagamento delle bollette di gas, acqua e luce, acquisto del cibo, vestiario, trasporti, prodotti per l’igiene personale e della casa. Inoltre parte dell’importo è utilizzato per borse di sostegno finalizzate a inserimenti lavorativi e progetti di autonomia. Al singolo migrante vengono dati in contanti 2,50 euro al giorno, circa 80 euro mensili, con cui si comprano ciò che vogliono.

È vero che la Diaconia Valdese si arricchisce grazie ai centri di accoglienza?

No, la Diaconia Valdese non ha un’impostazione imprenditoriale, lo stipendio dei gestori e degli operatori non varia in base al numero di migranti accolti. L’unica cosa che cambia è il numero di persone assunte, che grazie a questi centri è cresciuto negli ultimi anni, dando così lavoro a giovani della valle e del pinerolese.

Perché hanno sempre hanno cellulari costosi?

Perché con gli 80 euro mensili che ricevono dopo due o tre mesi sono in grado di comprarsi un telefono già abbastanza buono, che per loro è importantissimo in quanto il telefono è l’unico ponte che hanno con le loro famiglie. La possibilità di accedere ad internet con un cellulare significa avere notizie dei propri familiari. Comunicare alla propria famiglia che si è ancora vivi non è solo una questione di forma per loro.

Perché vengono spesi così tanti soldi per i migranti anziché per gli italiani in difficoltà?

Perché sono due ambiti di intervento sociale totalmente separati. I fondi destinati all’emergenza migranti e quelli destinati invece all’assistenza locale non sono interscambiabili. I primi arrivano dal Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo FNPSA, nel quale confluiscono i finanziamenti del Fondo europeo per i rifugiati, i secondi invece sono fondi italiani. È come protestare per la gravosità delle tasse di Torre Pellice con il comune di Luserna. Ogni nazione deve garantire servizi e assistenza ai propri cittadini e le tasse che paghiamo allo Stato servono a questo. Le cause della povertà crescente in Italia vanno ricercate nella mal gestione del capitale, nella corruzione, nella mafia. Certamente la crisi italiana non è dovuta al programma di assistenza per i richiedenti asilo.

Perché entrano in Italia da clandestini, sui barconi?

Perché non hanno scelta. Ottenere il visto per entrare è un procedimento molto costoso, bisogna appartenere a ceti abbienti per poterselo permettere. Del tutto fuori portata per questi ragazzi che scappano dalla miseria o dalla guerra.

Non credete che scappino da dolore e sofferenza?

La risposta è semplice: venite a parlare con loro. Sono ragazzi giovani, poco più che ventenni, spesso spaesati e intimoriti. Alcuni di loro parlano francese, altri inglese. Saranno loro a raccontare le proprie storie a chi avrà voglia di ascoltarli, così sentirete con le vostre orecchie storie di prigionia, tortura e fuga. La guerra nel mondo è una realtà, la dittatura e la fame anche. La legge in ogni caso è già molto severa, e coloro che scappano “solo” dalla miseria e dalla fame vengono rispediti indietro.

Perché non li aiutiamo a casa loro?

Semplicemente perché non è possibile. Impedire ai barconi di salpare è al di fuori della nostra competenza territoriale. Creare centri di accoglienza in Libia è altrettanto insensato, vediamo quanto sia difficile creare dei centri all’interno del nostro paese, figuriamoci al di là del Mediterraneo! Il modo più sensato di aiutarli a casa loro sarebbe quello di investire nei paesi africani, smettere di mantenere i monopoli sull’estrazione di petrolio e materie prime, smettere di vendere armi e finanziare guerre, smettere di sfruttare la manodopera a basso costo in Africa per avere prodotti più concorrenziali in Europa: di fatto eliminare il neocolonialismo. Come è ovvio questo è un proposito impossibile, quindi il metodo al momento più efficace per sollevare gli abitanti di queste nazioni da morte e miseria, è aiutarli ad ottenere il permesso di soggiorno che gli consenta di lavorare e integrarsi in Europa.

Dove posso trovare informazioni, documentarmi o fare altre domande sull’argomento?

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PARLANO I PROFUGHI DI SAN COLOMBANO: NON VOGLIAMO CREARE PROBLEMI

Abbiamo chiesto di essere aiutati a scrivere questa lettera. Noi richiedenti asilo chiediamo ai cittadini di San Colombano di accettarci. Non vogliamo essere visti come un problema e non vogliamo creare problemi.

Siamo qua come rifugiati e vorremmo poter essere utili alla comunità.

Unione, pace, amore, comprensione, tolleranza, libertà di movimento, possibilità di scambio, di incontro faccia a faccia: questo desideriamo. Non siamo venuti per fare guai, non siamo una minaccia per voi, per la vostra vita, per la vostra cultura.

Siamo esseri umani che sanno cosa è giusto e cosa è sbagliato. È brutto sapere che la gente è contro di te. Fuori da qui vediamo persone che protestano, che gridano e che ci minacciano. Noi non odiamo nessuno e non abbiamo cattive intenzioni, ma non vogliamo vivere più con la paura.

San Colombano è la nostra salvezza e vorremmo avere la possibilità di dimostrare la nostra riconoscenza per quanto ci viene offerto.

Noi abbiamo lasciato la nostra terra, le nostre famiglie, le nostre case. Qui siamo soli, ma nessun uomo è un’isola, nessuno può vivere da solo, qui vorremmo sentirci come in una grande famiglia.

Chi siamo? Dei giovani. Un muratore, un camionista, un meccanico, un imbianchino, un aspirante giornalista, un contadino, un calciatore… Veniamo dal Gambia, dalla Nigeria, dal Bangladesh, dal Ghana.

Siamo arrivati qui dopo viaggi lunghi e pericolosi, alla ricerca di un luogo dove poter vivere in pace, perché nei nostri Paesi d’origine ci sono guerre e dittature. Cosa sogniamo? Un futuro sereno, la libertà. E la felicità, come tutti i giovani del mondo.

Stasera ci hanno detto che fra pochi giorni inizieremo un corso di italiano; nel sentire questa notizia noi abbiamo applaudito perché crediamo che sia importante imparare la vostra lingua per comunicare con voi e per farci conoscere.

Sarebbe bello un giorno bere tutti insieme una tazza di ataja, un buon the caldo, con un sorriso e senza paura!

I venti richiedenti asilo alloggiati presso la casa «Al cacciatore» di San Colombano (Brescia)

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AMANTISSIMA  E  SOLA

Tolgo il velo, il manto. Mento.
Sperimento la menzogna che mi ha mantenuta
santa tanto quanto
amantissima e sola.

Un abito comune
di donna comune.

Scendo dall’altare,
esco dalla chiesa
mi mescolo alle marie delle strade
dei dolori delle grazie delle lourdes
delle fatime delle rocce e delle concezioni.

E se ancora sarà,
se il sacro ancora mi vuole,
torno a casa, apro la finestra,
mi sdraio a terra e aspetto, e spero.

Sono io, sono Maria,
ed è quasi notte a Nazareth.

(Nancy Cardoso Pereira – su Io terra di mezzo. Corpi di donne e sacre scritture, di Maria Soave Buscemi, ed. San Lorenzo, Reggio Emilia 2015)

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