Foglio di Comunità – N°6/2014

Bollettino informativo non periodico della Comunità cristiana di base
Distribuzione gratuita — Pinerolo (To), 29/5/2014

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LE EUCARESTIE

VENERDI’      13 giugno   ore  21

VENERDI’      27 giugno   ore  21

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GRUPPI BIBLICI

 

Lunedì 9 e 30 giugno, ore 17.Ricordiamo che questo nuovo gruppo, nato per esigenze di persone che non possono partecipare alla sera, non ci sarà tutte le settimane, ma le date saranno riportate sul foglio. Per ora si riunisce a casa di Luisa e Memo, per favorire la partecipazione di Luisa; successivamente si incontrerà al FAT

 

Tutti i martedì   alle ore 21    nei locali del FAT

 

Stiamo finendo il Vangelo di Marco. Proseguiremo riflettendo sui temi del prossimo incontro regionale

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PROPOSTE PER IL PROSSIMO ANNO

 

Durante l’ultima assemblea di comunità abbiamo iniziato a parlare di ciò che faremo nei gruppi biblici dopo le vacanze estive. Le prime proposte (che integreremo nella prossima assemblea) sono:

 

  • Il libro degli Atti degli Apostoli
  • Il tema del prossimo Convegno nazionale
  • I libri sapienziali: una visione d’insieme della letteratura sapienziale, con lettura “gemmatica” dei singoli libri

 

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ALTRI  APPUNTAMENTI

 

ASSEMBLEA DI COMUNITA’: Venerdì 13 giugno, ci incontriamo alle ore 21. L’assemblea si svolgerà dopo una breve celebrazione.

 

GRUPPO RAGAZZI E RAGAZZE: sabato 14 giugno faremo una gita a conclusione del ciclo di incontri dell’anno appena trascorso. I dettagli del programma sono in via di definizione. Chi fosse interessato/a a partecipare si metta in contatto con noi (Beppe e Marika).

 

GRUPPO RICERCA: Lunedì 2 giugno, alle ore 21, a casa di Luisa e Memo; lunedì 16 giugno, a casa di Paola ed Elio: stiamo continuando la lettura del libro “Femminismo Islamico. Corano, diritti, riforme” di Renata Pepicelli (Carocci ed). Ricordiamo che il gruppo è sempre aperto alla partecipazione di chiunque lo desideri.

 

GRUPPO DONNE: Giovedì 12 giugno, ore 16, da Luisa.

 

GRUPPO “ELABORAZIONE DEL LUTTO”: Per info Franco/Franca (3880664588)

 

LA SCALA DI GIACOBBE: sabato 14 giugno dalle ore 17, presso la sede dell’Arci di Pinerolo (stradale Baudenasca 17).           Anche gay e lesbiche invecchiano… Da una recente indagine emerge che la maggioranza di gay e lesbiche ritiene che essere una persona anziana e omosessuale costituisca un doppio svantaggio rispetto ad una anziana eterosessuale. Alle comuni preoccupazioni sulla vecchiaia (paura della solitudine, della malattia, ecc.) si aggiunge il timore di essere emarginati all’interno della stessa comunità omosessuale, che tende a promuovere l’immagine del gay giovane e forte. A tutto ciò si aggiunge la percezione ancora diffusa che tende a vedere nell’anziano una persona asessuata e incapace di sostenere una relazione affettiva. Ma è veramente così? Ne discuteremo insieme sabato 14 giugno. Alle ore 19,30 cena autogestita.  Alle ore 21 proiezione del documentario “Les Invisibles ” (Francia 2012) di Sébastien Lifshitz. La pellicola raccoglie la storia di undici uomini e donne omosessuali, nati in Francia a cavallo delle due guerre mondiali. Nelle interviste i protagonisti, cresciuti in piccoli villaggi nelle provincia e nella campagna francese, lontano dai grandi centri urbani, e ormai anziani, raccontano teneramente la scoperta di loro stessi, i rapporti con la società ed il loro vissuto sentimentale.

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MARIA  DEL  VENTO

 

Mandiamo un abbraccio affettuoso a Maria, che la prossima settimana sarà ancora in ospedale per un piccolo intervento. Lei ricambia sempre i saluti da condividere con tutti e tutte. Ogni volta che può, partecipa alle Eucarestie con tanta gioia. Dai, Maria, siamo tutte e tutti con te! Ce la farai anche questa volta!

 

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COLLEGAMENTO  CDB  DEL  PIEMONTE

Il  22 maggio scorso si è riunito il gruppo di collegamento tra le Cdb piemontesi, per definire tema e programma del prossimo incontro, che abbiamo confermato per il 5 ottobre a Torino, nella sede dell’associazione Opportunanda. Il tema su cui le Cdb sono invitate a riflettere è quella della “cura del creato” e delle nostre scelte coerenti di vita, improntate alla sobrietà e alla condivisione.

 

Sono i problemi di cui si occupa, a livello teorico, la cosiddetta “ecoteologia”. Adista pubblica regolarmente articoli e notizie al riguardo, segnalazioni di studi ed estratti di libri… Carlo Bianchin, degli “Sconfinati” di Torino, sta seguendo il lavoro di Adista con particolare attenzione, così abbiamo pensato di chiedere a lui la relazione introduttiva.

 

Sappiamo, inoltre, che in ogni Cdb c’è chi è particolarmente sensibile a queste problematiche, da punti di vista diversi e con sensibilità personali: a tutti e tutte chiediamo il servizio di far circolare, durante i mesi estivi, le proprie riflessioni, riassunti di testi letti… e le indicazioni bibliografiche relative ai libri letti e alle riviste di cui ciascuno/a è affezionato/a lettore/a.

 

Il dettaglio del programma sul foglio di Cdb di settembre. Cominciamo a segnarci la data del 5 ottobre sulle nostre agende.

 

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COMITATO  CONTRO  L’OMOFOBIA

 

Stanno per concludersi le iniziative che il nostro “Comitato pinerolese contro l’omofobia e la transfobia” ha messo in cantiere quest’anno attorno al 17 maggio. Ricordiamo i prossimi appuntamenti:

 

  • Domenica 8 giugno: saremo presenti, con un banchetto di materiale informativo, alla giornata di Pensieri  in piazza chiamata “Direfarecosolidale”
  • Mercoledì 18 giugno alle ore 21, nel salone della Comunità Montana, in piazza III Alpini 1 a Pinerolo: proiezione del documentario “ABBIAMO UN PROBLEMA” del Collettivo Canecapovolto.

 

Intanto venerdì 30 maggio, alla Libreria Volare, c’è stata la presentazione, vivace e coinvolgente, del libro “LE COSE CAMBIANO. Storie di coming out, conflitti, amori e amicizie che salvano la vita”, ISBN Edizioni, Milano 2013, € 7,90. Il libro è nato così:

 

Nel 2010, dopo alcuni suicidi di ragazzi omosessuali vittime delle prese in giro dei loro coetanei, lo scrittore e attivista Dan Savage e suo marito Terry Miller hanno caricato su YouTube un messaggio diretto agli adolescenti che subivano bullismo e discriminazioni a scuola o in famiglia: ‘Quando avevamo la vostra età’ raccontano ‘è stata dura anche per noi essere gay in mezzo a persone che non ci capivano, ma se oggi potessimo parlare ai quindicenni che eravamo gli diremmo di resistere, perchè presto andrà tutto meglio, troveranno degli amici fantastici, troveranno l’amore e un giorno avranno una vita molto più felice di quanto immaginano’. E’ stata la prima di migliaia di testimonianze che hanno dato vita a un sito e a una fenomenale campagna sul web, chiamata It Gets Better.

 

Nel 2013 il progetto è sbarcato anche in Italia, con il nome ‘Le Cose Cambiano’. Dall’esperienza e dal successo dell’iniziativa ha preso forma questo libro, che raccoglie i racconti e le testimonianze più belle provenienti dal progetto italiano e da quello americano.

 

Un archivio di buoni consigli, episodi tristi e divertenti e storie a lieto fine, che unisce le parole di personaggi famosi e persone comuni, scrittori, musicisti, attori, comici, studenti, insegnanti, avvocati, attivisti, omosessuali ed eterosessuali, transessuali e queer. Per ricordare a tutti i ragazzi e a tutte le ragazze LGBT, che stanno affrontando un momento difficile o fanno fatica a immaginare come sarà il loro futuro, che non sono soli/e e che le cose presto cambieranno, in positivo” (dal risvolto di copertina).

 

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GERARD  LUTTE  A PINEROLO

 

Sabato 28 giugno Gerardo Lutte, accompagnato da Kenia, ragazza del Mojoca (Movimiento del los/las jovenes de la Calle), saràa Pinerolo per un incontro organizzato da Angelina e Nico de Las Quetzalitas. L’incontro avrà luogo in un salone dell’istituto Murialdo, in Via Regis, e avrà per tema “La globalizzazione vista dalla strada”.  L’appuntamento è fissato per le ore 18; dopo il dibattito faremo cena insieme, condividendo i cibi e le bevande che ognuno/a porterà.

 

Se qualcuno/a non lo conoscesse ancora, ricordiamo che Gerardo Lutte vive da molti anni a Città di Guatemala, dove coordina una preziosa attività di volontariato a favore di ragazzi e ragazze di strada. In Italia e in Belgio (suo paese d’origine) sono attive associazioni di sostegno: non solo per raccolta di fondi, ma anche per far conoscere il progetto e organizzare partecipazioni periodiche di volontari e volontarie che vogliono contribuire al progetto dedicando un po’ di tempo e le loro competenze. E’ possibile anche semplicemente andare a trovarli/e, regalandosi così delle ferie indimenticabili.

 

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C’E’  POSTA  PER  NOI…

 

Segreteria tecnica nazionale delle Comunità cristiane di base
c/o CdB di San Paolo  –  Via Ostiense, 152/B – 00155 – Roma
segreteria@cdbitalia.it  – www.cdbitalia.it

 

Care comunità,

 

invio il verbale (che potete leggere anche sul nostro sito www.cdbitalia.it) dell’ultima riunione del collegamento nazionale delle CdB che si è svolta a Modena il 3 e 4 maggio scorsi. La CdB del Villaggio Artigiano ci ha accolto con grande cordialità ed una ottima ospitalità e abbiamo potuto lavorare bene insieme ad una loro ampia rappresentanza per le due mezze giornate; abbiamo anche partecipato alla loro celebrazione della parola domenicale, nonché condiviso con loro i momenti di convivialità. Insomma un’ottima prova per poterci ritornare! Tra i vari punti emersi che potete leggere nel verbale, qui ne evidenzio due.

 

Il primo è l’appuntamento che ci siamo dati a Roma per i prossimi 21 e 22 giugno, presso la nostra comunità, in un gruppo di lavoro (aperto a tutte e a tutti) per definire i particolari del prossimo Incontro nazionale delle CdB del prossimo dicembre. Per poter iniziare a pensare a questa definizione invio un mio personale schema per iniziare a fissare le idee su temi delle relazioni e nomi dei relatori, argomenti dei laboratori e schema generale dell’incontro nazionale. Naturalmente è tutto da discutere.

 

Il secondo è il problema del rinnovo della segreteria tecnica delle CdB. Noi come CdB di san Paolo ci siamo impegnati a portare avanti questo servizio fino alla fine di questo anno. Tutte le volte che abbiamo affrontato questo argomento al collegamento è caduto nel silenzio e nessuna CdB si è fatta avanti. Adesso sembra opportuno che le comunità facciano al loro interno una seria riflessione sulla propria disponibilità a svolgere questo compito, che è comunque essenziale per portare avanti il nostro piccolo ma storico movimento e i nostri incontri. Quindi pregherei di porre questo tema all’ordine del giorno delle comunità e che ciascuna e ciascuno ci faccia un serio pensiero.

 

Vi ringrazio dell’attenzione e dal 3 giugno in poi aspetteremo le segnalazioni delle persone che vorranno venire a Roma il 21 e 22 giugno per la riunione del gruppo di lavoro, in modo di organizzarne l’ospitalità, scrivendo all’indirizzo della segreteria.

 

per la Segreteria tecnica nazionale delle CdB
Stefano Toppi

 

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VERBALE  DEL  COLLEGAMENTO  NAZIONALE  CDB  (estratto)

 

Nei giorni 3 e 4 maggio2014 si è riunito a Modena, ospitato dalla Comunità “Villaggio Artigiano”, il collegamento nazionale delle Comunità cristiane di base italiane per discutere e deliberare sul seguente “Ordine del giorno”:

 

1) definizione del tema e delle modalità  di svolgimento del XXXV Incontro Nazionale delle CdB previsto per il  6, 7 e 8 dicembre 2014; da stabilire anche il luogo in cui tenerlo .
2) Modalità  di partecipazione italiana al 9° Incontro europeo delle comunità cristiane di base: BUIZINGEN (Brussels) 19 – 21 settembre 2014.
3) Presenza delle CdB sul web (sito CdB e Wikipedia)
4) Impegni per il 50° dal Concilio Vaticano II: 17 maggio2014 a Roma, assemblea nazionale di gruppi ecclesiali, riviste e associazioni “Ma io vi dico”; 13-15 novembre 2015 a Roma, convegno internazionale “Council 50: a future for the People of God”
5) Rinnovo della segreteria tecnica nazionale delle CdB
6) Varie ed eventuali

 

I lavori hanno inizio con la ripresa della discussione sull’argomento del prossimo incontro nazionale. Per quanto riguarda il luogo dove tenere  tale incontro Stefano riferisce di un tentativo non riuscito di utilizzare una struttura  presso un istituto di suore a Roma. Saranno fatti altri tentativi in questa città, ma in subordine non si possono escludere altre località come Rimini o Chianciano. Legge inoltre alcune lettere sul tema in esame pervenute da persone non presenti.

 

Nel merito del titolo e sottotitolo vengono riprese e di nuovo valutate le proposte riportate nell’ultimo verbale e nella sintesi inviata a tutte le Comunità dalla Segreteria nazionale.

 

La approfondita e lunga discussione avutasi in proposito nei precedenti collegamenti e il limitato tempo a disposizione prima dell’evento impongono infatti che si esca da questo collegamento con decisioni definitive almeno per quanto riguarda titolo e sottotitolo, salvo  definirne successivamente le articolazioni (laboratori, invitati, eventuali tavole rotonde, ecc). In molti interventi vengono ripresi i due filoni che hanno sin qui caratterizzato i nostri collegamenti su questo argomento e cioè, da una parte, l’opportunità di intervenire, ricchi della nostra storia e delle nostre esperienze, nel dibattito in corso sulle prospettive aperte da talune affermazioni e dagli atteggiamenti del nuovo papa; dall’altra la necessità di approfondire le cause (già individuate nel liberismo e capitalismo sfrenati, nel patriarcato e nelle connivenze ecclesiastiche) delle tante violenze che colpiscono le categorie più deboli, come i disoccupati, gli immigrati, le differenze di genere.

 

A ciò si aggiungono particolari nuove accentuazioni del problema della “difficoltà di linguaggio”, cioè dei modi per trasmettere e condividere con il maggior numero possibile di interessati/interessate queste tematiche, in particolar modo nella scuola e nelle aggregazioni civili. Si sottolinea che una delle cause fondamentali di tale difficoltà sta nell’interferenza delle “strutture forti” civili ed ecclesiastiche, che non ammettono di  veder porre in discussione le basi su cui fondano il loro potere.

 

Nel corso dell’ampia discussione si manifesta una convergenza generale sul titolo  proposto da Giuseppe dell’Isolotto e cioè: “Ecco, vi mando come pecore in mezzo ai lupi” (Lc 10,3) con sottotitolo “Povertà evangelica in una società violenta”.

 

Partendo da questa base  la discussione si sviluppa sulla struttura dell’incontro: tavola (o tavole) rotonde; laboratori, persone da invitare. In queste articolazioni, infatti, dovranno trovare sviluppo tutti quei temi di attualità che sono stati evidenziati nel corso del dibattito, e presentati anche sotto forma di proposte per il titolo. Riassumendo per argomenti, ci dovrebbe essere almeno una tavola rotonda (o due, una all’inizio e una  conclusiva; altri preferiscono parlare di “relazioni” anziché di “tavola rotonda”) che aiuti a meglio conoscere e ad approfondire le cause, i meccanismi e le dimensioni dell’attuale crisi della società e i soggetti coinvolti, quindi vari laboratori per analizzare: il senso, o i sensi, che assume oggi la parola “povertà”; le difficoltà di comunicazione, accoglienza e condivisione nella nostra società dominata dai media e dai pregiudizi radicati; la necessità di sensibilizzare gli insegnanti sull’ importanza che la scuola può avere nel preparare coscienze critiche; novità e speranze portate dal pontificato di papa Francesco in relazione al cammino ormai lungo delle CdB; recupero della Teologia della Liberazione, della collegialità, dell’autonomia delle singole Comunità e del concetto di popolo di Dio; problemi legati al concordato, che si oppongono ad una testimonianza di povertà evangelica da parte della Chiesa; il tema della famiglia anche alla luce delle risultanze del Sinodo dei vescovi, la cui prima parte si concluderà in ottobre; funzione profetica delle CdB nel nostro contesto; problema del collegamento con le altre realtà di base (si fanno ad es. i nomi di Pax Cristi, Vangelo che abbiamo ricevuto, Chicco di senape, Beati i costruttori di pace, Noi siamo chiesa,  ecc. e si prospetta l’opportunità che alcune di queste associazioni siano presenti all’eventuale tavola rotonda finale).

 

Dovrà essere considerato anche il suggerimento di tenere presente il target cui intendiamo rivolgerci e gli scopi che ci prefiggiamo di raggiungere, a partire dalla nostra caratteristica di essere comunità cristiane di base e quindi interpellate innanzitutto dal problema della maturazione delle coscienze, necessaria premessa per le successive scelte politiche.

 

Nella elaborazione dei temi relativi ai singoli laboratori, la cui definizione, a  partire dalle proposte contenute nel presente verbale è rinviata a successivi rapidi confronti anche via e-mail, le singole comunità possono svolgere un importante lavoro preparatorio su singoli argomenti più vicini alle loro sensibilità ed esperienze e proporsi per la conduzione di laboratori dei quali daranno comunicazione alla segreteria prima del 20 giugno prossimo (data di convocazione di un gruppo di lavoro per la definizione dell’Incontro nazionale).

 

Anche per quanto concerne la scelta dei relatori e delle relatrici si presenta la necessità di scelta tra i numerosi nomi avanzati nel corso del collegamento, qui sotto indicati, ed altri eventuali, senza escludere esponenti delle singole realtà di base: Luciano Guerzoni, Enrico Peyretti, Antonietta Potente, Cristina Simonelli, Luigi Sandri, Felice Scalia, Leonardo Boff , frei Betto, Alex Zanotelli per l’ambito ecclesiale; Riccardo Petrella, Silvia Guerra, Luciano Gallino, Francesco Gesualdi, Tanino, Miccoli, ecc. per quello più propriamente socio-economico.

 

Da vari interventi viene auspicato che l’incontro si concluda con un documento di sintesi, che tenga conto anche del dibattito nei laboratori, in un linguaggio semplice, chiaro e diretto, da diffondere.

 

Alla ripresa della riunione si esamina il punto 2 dell’O.d.g.: Modalità di partecipazione italiana al 9° incontro europeo delle Comunità cristiane di base” che si terrà a Buizingen (Belgio) nei giorni 19-21 settembre 2014.

 

Il titolo dell’incontro è “Il vangelo ci rende liberi”, sottotitolo “Esperienze, impegni e risposte delle CdB contro il sistema neo-liberale”.  L’incontro avverrà in una parrocchia, non retta da parroco, di un paesino vicino a Bruxelles e messa a disposizione dal vescovo alla locale comunità.

 

Massimiliano illustra le modalità di svolgimento dell’incontro secondo il programma già diffuso e che si allega la presente verbale.

 

In questa nostra riunione di collegamento si dovrebbe decidere quale contributo inviare come CdB italiane. Stefano propone di ispirarsi al documento prodotto al XXXI incontro nazionale tenutosi a Castel S. Pietro T. (Bo) dal 25 al 27 aprile 2008 dal titolo “Società sobria, equa e solidale. Culture e pratiche dal basso”. La proposta è accolta, con l’invito a sottolineare le specificità della situazione italiana, molto diversa per es. da quella del Belgio, a causa della invadente presenza del Vaticano, legalizzata dal Concordato, che ha sin qui frenato i tentativi più coraggiosi  di denuncia e di  innovazione .

 

Si auspica anche che vi sia una partecipazione di giovani, magari con l’aiuto economico della Segreteria nazionale.

 

Si passa quindi a discutere del punto 4°: “Impegni per gli eventi preparatori in occasione del 50° del Vaticano II”, il primo dei quali sarà l’incontro del 17 maggio organizzato a Roma dal gruppo “Chiesa di tutti, chiesa dei poveri” sul tema “Ma io vi dico”. Sembra che la partecipazione annunciata sia molto inferiore a quella degli incontri precedenti, specialmente a quello che si tenne all’istituto “Massimo” di Roma nel 2012. Le cause di tale calo di adesioni vengono indicate nel mancato collegamento più stretto tra le realtà allora presenti e nel poco coraggio con il quale sono stai portati aventi i temi più attuali e urgenti allora discussi. Per confronto viene portata ad esempio la situazione della Spagna, dove il mondo di base (Redes Cristianas) è riunito in una rete assai vasta, multiforme ed efficiente.

 

Ciò rende ancor più urgente il più volte auspicato collegamento tra le realtà italiane, agendo contemporaneamente nel senso di partecipare ad eventi e attività promossi da altre organizzazioni (per es. dai gruppi di lettura popolare della Bibbia o dal “Chicco di senape”). Si osserva che non possiamo essere sempre noi a chiedere agli altri di partecipare ai nostri incontri, ma a nostra volta dobbiamo metterci in discussione partecipando ai loro.

 

Per quanto riguarda l’incontro internazionale del dicembre 2015 a Roma in occasione del 50° anniversario della chiusura del Concilio, Stefano ricorda che le CdB italiane potranno essere chiamate ad una partecipazione attiva nell’evento. In particolare le realtà romane potranno essere coinvolte in occasione della manifestazione finale che si dovrebbe svolgere, tempo permettendo, nel parco antistante la basilica di San Paolo.

 

Rimane comunque chiaro che sarà compito del Comitato organizzatore internazionale la preparazione dell’evento ed il reperimento delle risorse necessarie alla sua promozione e che le CdB italiane non potranno essere chiamate a sostituirsi ad esso.

 

Sul punto 3 “Presenza delle CdB sul Web” Paolo S, illustra in particolare  gli accorgimenti tecnici e creativi adottati per rendere sempre più efficace e completa la nostra evidenza in rete.  Raccomanda inoltre di inviare alla redazione del sito notizia degli appuntamenti previsti dalle singole comunità per incontri vari e delle novità bibliografiche.

 

Per quanto riguarda il punto 5 “Rinnovo della Segreteria tecnica nazionale delle CdB”: Stefano ribadisce che l’attuale segreteria non andrà oltre il previsto incontro del dicembre prossimo e invita chi ne ha la possibilità di proporsi per l’assunzione dell’incarico. Massimiliano ricorda anche che a livello di collegamento europeo si chiede che le CdB italiane si assumano l’onere della prossima Segreteria europea.

 

Tra le “Varie ed eventuali” (punto 6) Stefano illustra e fa circolare un resoconto delle spese del seminario di Castel S. Pietro Terme del novembre 2013.

 

Marcello chiede l’adesione delle CdB all’iniziativa per la riabilitazione di Ernesto Bonaiuti, che sarà lanciata sul sito. Paolo raccomanda di far pervenire a “Viottoli” i contributi che le Comunità prepareranno in vista del laboratori del prossimo incontro nazionale.

 

L’incontro si conclude con l’impegno di riunire un gruppo di lavoro, aperto a tutte e tutti coloro che potranno partecipare, per la definizione dei rimanenti aspetti organizzativi dell’Incontro nazionale (relatori da invitare, titoli definitivi dei laboratori, etc), che si terrà a Roma il 21 e 22 giugno prossimi presso la CdB di San Paolo.

 

Segue una partecipata liturgia della parola organizzata dalla Comunità del villaggio artigiano di Modena alla quale va il  ringraziamento e il plauso di tutti i presenti al collegamento per la perfetta accoglienza.

 

La Segreteria tecnica nazionale delle CdB

 

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VIOTTOLI

 

E’ in spedizione il nuovo numero di Viottoli, 1/2014.

Ringraziamo tutti/e coloro che tramite email e telefono ci contattano e per gli apprezzamenti che sovente riceviamo. Vi invitiamo a collaborare mandandoci articoli, riflessioni, preghiere, recensioni…

Per chi ancora non lo avesse fatto, sollecitiamo il rinnovo della quota associativa: 25,00 € (socio ordinario) – 50,00 € (socio sostenitore); oppure potete versare un contributo libero utilizzando il ccp n. 39060108 intestato a: Associazione Viottoli – via Martiri del XXI, 86 – 10064 Pinerolo (TO) o con bonifico bancario: IBAN: IT 25 I 07601 01000 000039060108    BIC/SWIFT: BPPIITRRXXX

Vi invitiamo inoltre a richiedere copie saggio gratuite del nostro semestrale (per informazioni: viottoli@gmail.com). Sono disponibili alcune raccolte complete con tutti i numeri della rivista dal 1992 a oggi. Per informazioni potete scriverci o contattare Carla Galetto: carlaebeppe@libero.it

Sul nostro sito http://www.cdbpinerolo.it cliccando su VIOTTOLI —> ARCHIVIO DEI NUMERI ARRETRATI trovate, e potete scaricare gratuitamente, tutti i numeri in formato *.pdf dal 1998 al 2013.

 

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INCONTRO  A  TORREGLIA

 

Abbiamo partecipato, Carla Doranna e il sottoscritto, nel weekend del 23-25 maggio scorso, al convegno che da venti anni l’Associazione Identità e Differenza di Spinea (Ve) organizza annualmente. E’ ogni volta un’occasione di incontro e scambio tra donne e uomini che dalla rivoluzione femminista si sono lasciate/i convertire a una vita di relazioni improntate al rispetto delle rispettive differenze, che impariamo a riconoscere e nominare grazie anche a questi incontri.

 

Il tema specifico proposto quest’anno era “Donne e uomini in relazione politica, tra impasse e fiducia”, introdotto da due interventi (di Laura Colombo e Marco Deriu) da cui ha preso avvio uno scambio molto serrato e a tratti “vivacissimo”.

 

Non abbiamo ancora avuto il tempo per rielaborare gli appunti; ci ripromettiamo di farlo, perchè le questioni affrontate sono davvero impellenti e serie: al “piacere di vivere una vita trasformata dal riconoscimento dell’autorità femminile” (Deriu) fa da contraltare “la silente sottrazione degli uomini alla relazione di scambio e anche di conflitto con le donne” (Colombo). Eppure Laura ha citato uno studio fatto negli USA da cui emerge che “le coppie più felici sono quelle in cui lei e lui condividono e sostengono idee femministe”.

 

L’elenco degli “impasse” e delle difficoltà/resistenze è lungo; ma stiamo registrando anche che “qualcosa sta cambiando”: ad esempio, quella dei padri è “una specie in via di evoluzione”, come l’ha definita Deriu, perchè aumenta il numero di “uomini che cercano una paternità attiva e coinvolgente” (Colombo).

 

Per ora mi fermo qui; ma troveremo il tempo per raccontarvi altro e, magari, proporvi un incontro di comunità per parlarne insieme.

 

Beppe

 

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SOLIDARIETÀ A MARTHA HEIZER

 

A seguito del provvedimento del Tribunale diocesano della diocesi di Innsbruck che ha scomunicato – quindi escluso dai sacramenti ed espulso dalla Chiesa cattolica – Martha Heizer, cofondatrice e presidente di We are Church (Noi siamo Chiesa), la Segreteria tecnica delle CdB ha inviato a Martha e Gert Heizer un messaggio di solidarietrà a nome delle comunità italiane:

 

Esprimiamo la nostra solidarietà e la nostra vicinanza a Martha Heizer, cofondatrice e presidente del movimento internazionale “We are Church”, e a suo marito, colpiti dalla Congregazione per la dottrina della fede da un provvedimento di scomunica.

 

Questa decisione, oltre che appartenere a stili di comportamento che credevamo superati, ci appare estranea alla prassi di Gesù come la conosciamo dai Vangeli e anche agli inviti di papa Francesco a far sì che la Chiesa sia più incline a praticare la misericordia che attenta a giudicare in base alla dottrina.

 

In questo modo, le attese suscitate in alcuni dall’avvento del nuovo Vescovo di Roma per una ripresa del processo di riforma della Chiesa Cattolica romana, avviata con il Concilio Vaticano II e sopita dai papati precedenti, sembrano venire nuovamente a cadere.

 

Le comunità cristiane in Italia si sentono vicine alle ragioni che portano a sostenere le rivendicazioni di “We are Church”, pur avendo seguito, nel tempo, percorsi di ricerca e pratiche non necessariamente sempre coincidenti con quelle del movimento.

 

In questo momento le donne e gli uomini delle Comunità cristiane di base italiane esprimono la volontà di continuare a far sentire a Martha e a Gert il loro rinnovato sentimento di comunione.

 

Le Comunità cristiane di base italiane

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COMUNICATO STAMPA – DECRETO DELL’EX-S.UFFICIO CONTRO LA PRESIDENTE INTERNAZIONALE DI WE ARE CHURCH. RESPINGIAMO IL DECRETO, DICE IL PORTAVOCE DI “NOI SIAMO CHIESA”

 

Martha Heizer e il marito Gerd si riuniscono in casa per celebrare insieme l’Eucaristia con altre poche persone con modalità simili a quelle che da tempo sono praticate dalle comunità di base, cioè senza un prete canonicamente accreditato. Contemporaneamente, a quanto ci è dato di sapere, continuano a seguire anche le funzioni parrocchiali.

 

E’ uno dei tentativi di maggiore coerenza con la prassi e con l’insegnamento di Gesù per rendere il Vangelo più accessibile e più comprensibile a tutti. E’ questa la strada che la Chiesa dovrà seguire in futuro ricorrendo ai cosiddetti viri probati ( e in prospettiva alle mulieres probatae) per permettere che alla celebrazione eucaristica, momento principale della fede della comunità cristiana, partecipino tutti i battezzati e le battezzate, tutti i membri del Popolo di Dio.

 

Moltissime situazioni nel mondo, per esempio in America latina, dove la presenza del prete è possibile in modo del tutto saltuario, chiedono insistentemente che si vada in questa direzione. Questo ha chiesto recentemente a papa Francesco il vescovo della diocesi di Amazzonia in Brasile Ervin Krautler, ricevendo, a quanto si sa, molto ascolto.

 

Ciò premesso, ritengo che il Card. Muller (prefetto dell’ex-S.Ufficio), che ben sa che Martha Heizer è la Presidente dell’International Movement We Are Church e, da poche settimane, anche della sezione austriaca Wir Sind Kirche, abbia “usato” di questa vicenda per un attacco, indiretto ma molto duro, al nuovo corso di papa Francesco e alle riforme indispensabili che egli cerca di proporre.

 

Non è possibile nessuna altra interpretazione davanti a un intervento nei confronti della Presidente del principale movimento che da anni si impegna per la riforma della Chiesa cattolica nella linea del Concilio e che, ora, ha accolto con convinzione il messaggio del nuovo vescovo di Roma. La questione, di cui era imputata Martha, era ferma da tre anni e sembrava abbandonata. Non a caso viene risollevata ora che nella Chiesa lo scontro si sta facendo vivace.

 

Il movimento “Noi Siamo Chiesa” respinge il decreto del ex-S.Ufficio, esprime la sua solidarietà a Martha e a Gerd e conferma la sua completa collocazione all’interno della Chiesa di cui si sente parte fino in fondo, a dispetto di chi pretende di tutelare la fede e invece tutela solo il diritto canonico.

 

Vittorio Bellavite, portavoce di “Noi Siamo Chiesa”
Roma, 22 maggio 2014

 

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FEMMINISTE IN EUROPA, PER DAVVERO

 

Con buona pace di chi pensa che il femminismo sia sorpassato, che sia roba vecchia oppure che sia morto, la notizia è che il femminismo sta benissimo, e che in Europa ci sarà un seggio per un partito che si chiama femminista.

 

Con un bel 5 per cento dei consensi la Svezia ha votato per Soraya Post, leader antirazzista di 57 anni di origine rom, eletta nel partito Iniziativa femminista, che esiste dal 2005, cresciuto da allora lentamente ma costantemente nel paese scandinavo fino a diventare una forza di tutto rispetto.

 

Nella precedente notte elettorale, verso le 2, sul sobrio sito del partito andava in onda la diretta, nella quale si attendevano i risultati: sembrava un altro pianeta, o un film utopico di fantascienza.

 

Una sala piena di donne, canti, balli, slogan, abbracci.

 

Ma non era né una festa privata, né una manifestazione femminista sui temi canonici, pur fondamentali in una società civile. Era la celebrazione del successo, personale e collettivo, in una formazione politica tradizionale, un partito insomma, con la differenza che però Feministisk Initiativnon è un partito tradizionale.

 

Di partiti femministi al mondo non ce ne sono molti: Kvennalistinn, Alleanza delle donne, attivo in Islanda fino al 1998, confluì nella compagine socialista dopo una stagione di lotte anche all’interno della sinistra quando decise che il separatismo politico aveva dato i suoi frutti, rendendo l’Islanda uno dei paesi dove la vita delle donne è più felice socialmente.

 

A parte il legittimo e importante dibattito sui pro e i contro di una scelta come quella di formare un partito per un movimento, come quello delle donne, che da sempre si è chiamato fuori dalle istituzioni (almeno in Italia e in molta parte del mondo) è innegabile il fascino e la forza che evocava quella sala e quel risultato.

 

Non sappiamo ancora, ovviamente, cosa farà Iniziativa femminista al Parlamento Europeo, né quale sarà il gruppo al quale si accorperà: la stampa ha però raccontato di un metodo di raccolta di consensi porta a porta, basato sull’autofinanziamento e sulla paziente costruzione di relazioni vis a vis, per le strade, casa per casa, con uso moderato dei social media e in generale della tecnologia. Alla faccia della ’democrazia digitale’ e dell’imprescindibile, spesso tirannica, ideologia di internet come divinità.

 

Sarà che son svedesi, diranno gli scettici, ma auspicare, come ha fatto la Post che “il femminismo deve fare parte integrante delle politiche europee” è un bel dire e un bel sentire, di qua dal sud Mediterraneo, soprattutto potendolo affermare andando al Parlamento.

 

Il paese delle donne ha pubblicato il loro programma elettorale lo scorso 3 maggio (http://www.womenews.net/spip3/spip.php?article12942)

 

Monica Lanfranco, www.womenews.net

 

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TSIPRAS IN GRECIA CI INDICA LA VIA

 

Abbiamo evitato il male peggiore, Grillo, ma non quello inevitabile. Con Renzi vince l’anima cattolica del Paese per sua vocazione o dannazione storica. L’Europa non è mai sembrata un corpo disarticolato come dopo queste elezioni, o forse nuovi fascismi e nuova sinistra fanno prove di contrasto ai partiti di centro sempre più devoti alle banche.

 

La lista Tsipras vince in Italia il suo unico grande risultato possibile, grazie al coraggio di chi ci ha creduto. Vale la pena ricordare alcune  parole del suo manifesto “La vita, il lavoro, i diritti di milioni di cittadini vengono sacrificati in nome della finanza. Noi vogliamo cambiare l’Europa, e metterla al servizio dei cittadini, e non delle banche. Per uscire dalla crisi serve una svolta radicale, che metta prima le persone”. Questa è la politica. Il risultato di Alexis Tsipras risolleva la Grecia e l’Europa, da noi vince l’erede di chi la sinistra l’ha svenduta.

 

Da noi il vero politico-padre di sinistra è assente a tempo indeterminato, soppiantato oggi da una insolita combinazione: Papa Francesco cattura le anime a centrocampo, Renzi realizza. Entrambi apparentemente asessuati, al contrario… impeccabili.

 

E nell’asse di potere temporale di Papa Francesco Renzi ha la fortuna di trovarsi allineato, così come nel momento storico di questi strani animali sociali che siamo, un popolo dalla mente collettiva sempre più bizzarra, imprevedibile a se stessa…e ai sondaggisti che sembrano dei novelli di scienze statistiche.

 

E’ vero: ha vinto la Democrazia cristiana, Renzi gioca alla roulette sul tappeto rosso dei voti di Monti e di Casini, un bel po’ di Berlusconi di qua e di là un po’ di Grillo, che aveva decisamente spezzato la catenella della follia e di questo speriamo di non dover più parlare. Renzi non rinuncia all’infantilismo della “rottamazione”, senza comprendere quanto squalifichi se stesso e il Paese.

 

Caro Renzi, la Storia si cambia solo se sai da dove vieni, non se la prendi e scendi quando ti pare come si fa con l’autostop. La politica si fa con decisione ma accettando la sfida del cambiamento culturale di un popolo, con la consapevolezza autentica dei drammi sociali che si infliggono alle persone evitando che diventino stragi. Le persone in Italia non hanno smesso di uccidersi per la perdita del posto di lavoro, è solo la Tv che ne parla come fattarelli di cronaca che con la pagina politica non hanno più nulla a che spartire. A chi serve la “governabilità” di Renzi?

 

Rottamare la Costituzione e il Senato consegnerà definitivamente la  rappresentanza democratica alle élites televisive della politica-spettacolo.

 

Il Job Act di Renzi prende gli italiani per la fame di lavoro che c’è, ma il lavoro non è una merce perchè le persone non sono una merce. E lavoro e cultura sono quella necessità interna alla psiche dell’essere umano che ha bisogno di crescita e progresso sin dalla nascita, in un continuo processo di separazione e di arricchimento rispetto alla propria condizione esistenziale.

 

Caro Renzi, la dignità di un popolo non dipende dalla sua capacità di spesa o di indebitamento, ma dalle riforme autentiche che consentono a ognuno di emanciparsi dal dato di realtà a cui è stato consegnato alla nascita,  attraverso lo stesso sistema di tutele di diritto in qualsiasi spazio pubblico, lavoro in testa. Uguali davanti allo Stato e non al mercato.

 

Il ruolo dell’informazione economica e politica mai come oggi appare cruciale. Cane da guardia negli altri Paesi, cane da compagnia qui da noi “perchè la compagnia paga”, come ha detto Paolo Mondani di Report al Festival internazionale del Giornalismo di Perugia, insieme a un’altra grande giornalista Rosa Iotti di Presa Diretta, che ha denunciato una nuova bolla speculativa finanziaria nel silenzio totale dell’informazione. E visto che ogni nostro quotidiano fa parte ormai di una cordata finanziaria e la sfida dell’editore puro sembra persa in partenza anche ai più volenterosi, speriamo che siano i giornalisti migliori nelle testate a cambiare i direttori molto più di quanto sono i direttori a liberarsi dei giornalisti scomodi e precari, così come i costi dell’editoria divora redazioni intere ogni giorno.

 

La morte della Sinistra in Italia è stata conclamata ai tempi del pacchetto Treu, 1995-1997, lavoratori in affitto a vita e morte della dignità della persona. Oggi Renzi prosegue la tradizione con rinnovata convinzione dettata dalle fortunate (per lui) circostanze storiche.

 

La sinistra politica in Italia è morta ma le persone di sinistra sono vive e vegete. Bene ha detto Barbara Spinelli, bisogna ripartire da uguaglianza e rappresentatività. Noi non abbiamo un leader capace e carismatico come Tsipras in Grecia, ma è lui che indica la via.

 

Un dispiacere personale per il fatto che Loredana Lipperini non siederà per l’Italia nel Parlamento europeo. Persona di rara intelligenza, cultura, umanità. Perchè la politica vera la fa chi, uomo o donna che sia, tiene insieme il tutto.

 

Monica Pepe, www.zeroviolenzadonne.it

 

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BERGOGLIO PIACE A TROPPI

 

Jorge Mario Bergoglio piace a troppi. Piace a quasi tutti. Piace soprattutto ai laici, paradossalmente. Le uniche ostilità contro Papa Francesco vengono dai cattolici: esplicite quelle degli ambienti tradizionalisti, sorde e molto più efficaci quelle della curia, degli episcopati conservatori, della infinita galassia del cattolicesimo d’establishment e di privilegio.

 

L’entusiasmo dei laici per Francesco indica soprattutto l’indigenza e la contraddittorietà in cui ormai il “pensiero laico” versa. Francesco vuole mettere fine agli aspetti troppo sfacciatamente simoniaci della Chiesa e al culto di Mammona di troppi suoi cardinali e vescovi: benissimo, ma la faccenda riguarda il gregge dei fedeli. Francesco tuona contro la pedofilia del clero, ma fino a che ogni diocesi non sarà obbligata a fornire a magistrati e polizia ogni informazione, per le vittime cambierà poco e nulla. Francesco si appresta a concedere l’eucarestia ai divorziati, ottima notizia per queste pecorelle, ma perché mai dovrebbe suscitare entusiasmo tra miscredenti, agnostici e atei?

 

Francesco ha usato toni certamente nuovi, rispetto ai lugubri anatemi di Wojtyla e Ratzinger, quando parlando di omosessualità ha detto “chi sono io per giudicare?”, ma in cosa si è poi tradotto, sul piano mondano, sul piano dei rapporti tra “Dio e Cesare”, questo rovesciamento stilistico?

 

Eppure, dal punto di vista laico e democratico, questo è l’unico tema davvero rilevante, il banco di prova, la cartina di tornasole: il nuovo Papa accetta la libertà di tutti i cittadini, che una democrazia degna di questo nome deve assicurare, o la Chiesa vuole continuare a imporre per legge, ovunque ne abbia la forza, la propria morale col pretesto filosoficamente ridicolo che coincida con la “legge naturale”?

 

Per una democrazia, infatti, ci sono valori che davvero non sono negoziabili. Il diritto inalienabile di ciascuno sulla propria vita è già amputato se non viene riconosciuto il diritto sulla propria morte, il diritto del malato terminale a scegliere l’eutanasia, il suicidio assistito, la fine di una “vita” che vive ormai solo come tortura. L’eguaglianza a prescindere da sesso e orientamento sessuale è una finzione, fino a che non sia normalità il matrimonio omosessuale. E invece la Chiesa cattolica è più che mai impegnata a impedire il riconoscimento di questi diritti, benché non ledano i diritti degli altri, dei credenti che non li vorranno utilizzare.

 

Anzi, all’ombra del sorriso e dei peana alla misericordia di Jorge Mario Bergoglio, la Chiesa Cattolica Apostolica Romana ha intensificato la sua crociata contro le libertà dei cittadini ovunque ne abbia la possibilità. In Spagna viene addirittura rimesso in discussione il diritto delle donne a decidere sulla propria gravidanza (la crociata contro la legislazione sull’aborto continua a dispiegarsi anche in Polonia o in Irlanda. In Italia in intere regioni di fatto ha già vinto, attraverso l’obiezione di massa dei medici). In Francia, un tempo la laicissima Francia, partecipa a manifestazioni di massa contro il matrimonio omosessuale.

 

Insomma, la Chiesa di Francesco non sembra affatto disposta a rinunciare di “dare a Dio quel che è di Dio” anche nella vita pubblica, cioè di imporre nella legislazione civile la propria dottrina. E anzi riesce a conquistare alla sua pretesa di presenza della religione nella sfera politica pensatori “laici” del calibro di Habermas e Ferry (Jean-Marc). Mentre la condizione (necessaria ma ovviamente non sufficiente) per la democrazia è l’ostracismo di Dio dal dibattito pubblico e dall’ethos civico.

 

Paolo Flores d’Arcais, www.micromega.net

 

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pride2014corretto

 

Le rivendicazioni della realtà LGBTTIQ  (Lesbica, Gay, Bisessuale, Transessuale, Transgender, Intersessuale, Queer)  sono molteplici ed ancora e purtroppo inascoltate, soprattutto nel nostro Paese dove non esiste praticamente alcun tipo di riconoscimento di diritti. Il Pride è una delle maggiori occasioni per esprimere fermamente, anche con rabbia, che vogliamo gli stessi diritti; attraverso il Pride diamo forma e voce alle nostre richieste, tuttora disattese. Quest’anno abbiamo deciso di porre l’accento sulla questione dell’Uguaglianza e del Diritto. Un tema che non mette in ombra la pluralità delle nostre rivendicazioni ma che anzi in qualche modo le comprende tutte.

 

Lo slogan di quest’anno punta l’attenzione su due aspetti, distinti ma complementari. Da una parte la rivendicazione del diritto alla diversità, ovvero all’autodeterminazione di scelte orientamenti e caratteristiche personali, in altre parole il diritto di ognun@ di noi di vivere la propria vita come meglio crede, se questo non sortisce effetti negativi diretti e/o indiretti sul gli/le altri/e. Dall’altra il riferimento alla necessità che le istituzioni, a tutti i livelli, diano corpo e sostanza al principio di uguaglianza, espresso a chiare lettere dalla costituzione italiana e come ben approfondiamo qui di seguito

 

Nel quadro politico italiano il mancato riconoscimento di diritti oltre ad essere una contraddizione sociale e cultuale è ben distante da quanto espresso dall’articolo 3 della Costituzione Italiana:Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. L’articolo 3 è sicuramente uno dei principi più significativi della Costituzione Repubblicana: esso è il portato dei valori che discendono dalla rivoluzione francese (Liberté, égalité et fraternité) e dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. La proclamazione del principio di uguaglianza segna una rottura decisa nei confronti del passato, quando la titolarità dei diritti e dei doveri dipendeva dall’estrazione sociale, dalla religione o dal sesso di appartenenza. Nell’articolo 3, bisogna distinguere il primo comma che sancisce l’uguaglianza in senso formale, dal secondo che riconosce l’uguaglianza in senso sostanziale.

 

Nell’uguaglianza “formale” trova espressione la matrice liberale della democrazia Italiana, in quella “sostanziale” si rivela il suo carattere sociale. Uguaglianza formale vuol dire che tutti sono titolari dei medesimi diritti e doveri, le varie specificazioni «senza distinzioni di» furono inserite affinché non trovassero posto storiche discriminazioni per porre fine l’affermazione di un’uguaglianza “senza distinzioni di sesso”. Così, l’uguaglianza «senza distinzioni di razza» serviva a preservare l’ordinamento costituzionale, mettendolo al riparo dall’infamia delle leggi razziali. Tuttavia, la nostra Costituzione non si arresta al riconoscimento dell’uguaglianza formale: essa va oltre assegnando allo Stato il compito di creare azioni positive per rimuovere quelle barriere di ordine naturale, sociale ed economico che non consentirebbero a ciascuno di noi di realizzare pienamente la propria personalità. Questo passaggio concettuale è pregnante, poiché consente di affermare che le differenze di fatto o le posizioni storicamente di svantaggio possono essere rimosse anche con trattamenti di favore che altrimenti sarebbero discriminatori. Attraverso l’uguaglianza sostanziale, lo Stato e le sue articolazioni si assumono l’impegno di rimuovere gli ostacoli che limitano la libertà e l’uguaglianza dei cittadini. Il compito dello Stato quindi è quello di agire concretamente per metter tutti nelle stesse condizioni di partenza, dotando ognuno di pari opportunità per sviluppare e realizzare pienamente e liberamente la propria personalità. Il carattere aperto del principio di uguaglianza ha consentito alla giurisprudenza della Corte Costituzionale di adeguare continuamente il quadro dei diritti e dei doveri all’evoluzione economica e sociale del nostro Paese.

 

Il principio di uguaglianza è stato declinato in un generale divieto di discriminazione; si discrimina quando si trattano in maniera uguale situazioni diverse, ovvero quando si trattano in maniera diverse situazioni uguali. La disparità di trattamento è consentita solo quando le differenze sono stabilite dal legislatore in modo ragionevole e obiettivo. Attraverso il canone della ragionevolezza, vero cuore del principio di uguaglianza, i divieti di discriminazioni sono stati estesi, per via giurisprudenziale, agli orientamenti sessuali, all’appartenenza a una minoranza, all’handicap, all’età. L’uguaglianza è quindi un obiettivo tendenziale che deve essere difeso e tutelato soprattutto quando, come oggi, esso risulta al centro di un attacco incrociato, sia nella sua accezione formale che sostanziale.

 

Vogliamo ricordare qual è il significato del Pride. La “rivolta di Stonewall” vide una serie di violenti scontri fra la comunità omosessuale e la polizia a New York, culminati il 28 giugno 1969 a seguito dell’ennesima irruzione violenta e immotivata della polizia in un bar gay in Christopher Street (nel Greenwich Village) chiamato Stonewall Inn. Stonewall è considerato dal punto di vista simbolico il momento della nascita del movimento di liberazione lesbico, gay, bisessuale e trans moderno in tutto il mondo e il 28 giugno è stato scelto come data della “Giornata mondiale dell’orgoglio LGBT” o “LGBT Pride”; esso equivale al nostro 27 Gennaio (Giornata della Memoria), al nostro 8 Marzo (Festa della Donna), al nostro 25 Aprile (Festa della Liberazione), al nostro 1° Maggio (Festa del Lavoro) e merita anch’esso lo status di celebrazione. Quest’anno nella ricorrenza dei 45 anni della “rivolta di Stonewall” abbiamo voluto dare ancora più forza alle nostre rivendicazioni con un “Onda Pride” che attraverserà tutta l’Italia.

 

Sottolineiamo con forza il carattere commemorativo e al tempo stesso festoso del Pride, rivendicando come valore positivo l’aspetto folcloristico e carnevalesco della parata, con tutti i suoi eccessi colorati e trasgressivi. Quest’anno vogliamo proprio richiamare l’attenzione delle persone sull’origine storica, liberatoria ed egualitaria del carnevale: unico momento dell’anno in cui, fin dall’antichità, tutti gli esseri umani erano considerati uguali, ed anche agli ultimi era consentito dileggiare e sbertucciare i potenti, con scherzi anche pesanti e con atteggiamenti fortemente trasgressivi, celati dal mascheramento e dal travestimento.

 

Grazie alle lotte che il mondo LGBTTIQ ha condotto negli anni trascorsi da quegli eventi drammatici oggi possiamo registrare una mutata attenzione, sia sul piano nazionale che su quello internazionale, da parte dell’opinione pubblica, dei mezzi di comunicazione e del ceto politico, nei confronti delle istanze avanzate dal movimento, ma tali aperture non corrispondono ancora alle nostre aspettative. Anche se abbiamo ben presente che gli interessi partitici o di potere potrebbero trarre in inganno rispetto alla reale apertura della politica, e aspettiamo la prova dei fatti per giudicarla, riteniamo che il riconoscimento delle istanze del movimento sia un fatto compiuto. Per questo si pone il bisogno per l’associazionismo LGBTTIQ di aprirsi ad un confronto più ampio e permeabile alla società civile per abbattere, attraverso un costante dialogo con tutte le sue componenti, le barriere ed i pregiudizi che ancora pesano sull’universo LGBTTIQ. Le nostre istanze non sono più minoritarie nello spirito dei tempi che stiamo vivendo. Questa considerazione potrà apparire eccessivamente ottimistica, ma crediamo che sia necessario alimentare costantemente la speranza in un mondo migliore.

 

Un ultimo aspetto sul tema del diritto e dell’uguaglianza: ILGA Europe (International Lesbian, Gay, Bisexual, Trans and Iintersex Association) assegna all’Italia nel ranking dei diritti un 19% contro il 77% del Regno Unito. Nel report 2013 il capitolo italiano viene introdotto con queste parole: “Sviluppi positivi in Italia derivano principalmente dalle decisioni giudiziarie, piuttosto che iniziative legislative, in gran parte a causa della mancanza di volontà della classe politica di rispondere alle chiamate della comunità LGBTI per aprire la discussione intorno all’uguaglianza del matrimonio o di altri diritti. E’ preoccupante che l’Italia continua ad avere un livello relativamente alto di omofobia e transfobia che si esprime attraverso la violenza. Nel corso dell’anno, tre donne trans sono state uccise mentre diverse altre persone LGBTI sono rimasti gravemente feriti.”

 

Non è solo di questione di leggi che mancano dunque. Viviamo in un paese ancora assurdamente omofobo sul piano dell’accesso ai diritti siamo quindi avvicinabili in modo negativo a paesi quali Turchia 14%, Bulgaria 18% e lontani da paesi che per stereotipo pensiamo “lontani dal diritto ugualitario” Ungheria 55%, Romania 31%

 

La nostra richiesta è d’investire nella sensibilizzazione, in/formazione e educazione sulle tematiche LGBTTIQ, allo scopo di costruire una società più accogliente e meno discriminante, favorendo il superamento di stereotipi e pregiudizi, in modo che alla persona sia garantito un armonioso ed equilibrato sviluppo rispetto al proprio orientamento sessuale, identità di genere e alle scelte di vita a questi elementi connesse.

 

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GRUPPO  “UOMINI  IN  CAMMINO”

Il gruppo si riunisce giovedì 12 e 26 giugno,presso la sede del FAT (Vicolo Carceri 1, Pinerolo), con il solito orario: 19-20,30. Poi si cena insieme in pizzeria.

 

Gli incontri saranno sospesi durante i mesi estivi(luglio e agosto) e riprenderanno giovedì 4 settembre.

 

Domenica 22 giugno ci ritroveremo a Fenestrelle, a casa di Arci, per una giornata di festa insieme alle nostre famiglie.

 

E durante l’estate, in data non ancora definita, riceveremo la visita del gruppo uomini di Verona: è un appuntamento che ci riempie di gioia.

 

Ricordiamo che il gruppo è sempre aperto ad accogliere chi volesse provare a mettersi in cammino… chiediamo solo di contattare prima uno di noi.

 

Beppe

 

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COMUNITA’ CRISTIANA DI BASE DI PIOSSASCO

 

Domenica 1 giugno incontro comunitario insieme al gruppo degli “sconfinati”. L’incontro si svolgerà a partire dalle ore 10, in via Pinerolo 102. Il tema della giornata riguarderà le Eco-teologie con una relazione a cura di Carlo. Seguirà pranzo in comune.

 

Mercoledì 18 giugno h 21: riunione di programmazione letture per il nuovo anno, in via Pinerolo102.

 

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