Foglio di Comunità – N° 2/2013

Bollettino informativo non periodico della Comunità cristiana di base
Distribuzione gratuita — Stampato in proprio c/o ALP, Via Bignone 89, Pinerolo (To) il 30/01/2013

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LE EUCARESTIE
(nella sede della comunità)

DOMENICA     3  febbraio  ore  10 : prepara il gruppo del martedì mattina
DOMENICA   10  febbraio  ore  10 : prepara il gruppo del lunedì sera-sede
DOMENICA   17  febbraio  ore  10 : partecipiamo al culto al Tempio Valdese
DOMENICA   24  febbraio  ore  10 : prepara il gruppo del lunedì sera-FAT
DOMENICA     3  marzo      ore  10 : prepara il gruppo del lunedì sera-sede

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ALTRI  APPUNTAMENTI
 

ASSEMBLEA DI PROGRAMMAZIONE:  Domenica 24 febbraio, dalle ore 10,30 alle 12, subito dopo una breve celebrazione eucaristica. Si raccomanda la maggior partecipazione possibile. Seguirà, per chi può e lo desidera, il pranzo comunitario autogestito.

GRUPPO DONNE: giovedì 14 febbraio, ore 16 in sede.

GRUPPO BIMBEBIMBI: domenica 3 e 17 febbraio ore 15, nella sede della comunità, continuiamo a camminare insieme a Zena e alla sua tribù.

GRUPPO RICERCA: martedì 12 e 26 febbraio ore 21, a casa di Paola Bertozzi ed Elio Tebaldini, stiamo leggendo il libro “Leggere il Corano a Roma” di Adnane Mokrani. Ricordiamo che il gruppo è sempre aperto alla partecipazione di chiunque.

GRUPPI  BIBLICI  SETTIMANALI: lunedì ore 21 in sede; lunedì ore 21 al FAT; martedì  ore 10 in sede. Lunedì 4 febbraio: ore 21, gruppi biblici riuniti in sede, per ascoltare l’introduzione di Franco al libro del Profeta Geremia.

LA SCALA DI GIACOBBE: Sabato 23 febbraio alle ore 16, presso la sede della Comunità, incontro con Franco Barbero sul Concilio Vaticano II.. Alle ore 19,30 cena presso i locali del F.A.T.  Alle 21 proiezione del film di Franco Brusati “Dimenticare Venezia” (1978) con Mariangela Melato.

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ASSEMBLEA COMUNITARIA DEL 13 GENNAIO 2013

Dopo aver definito, come al solito, le date degli appuntamenti comunitari per il mese di febbraio, l’assemblea ha preso in esame una lunga serie di proposte e problemi:

  1. 17 febbraio: festa dei valdesi. Memo propone di celebrare la nostra eucarestia al Tempio Valdese di Pinerolo, per condividere con loro preghiera e memoria. L’assemblea approva.
  2. Sabato 23 febbraio ore 16, in sede: incontro comunitario sul Concilio Vaticano II, di cui in questi anni ricorre il cinquantenario dell’inizio (1962) e della conclusione (1965).
  3. Domenica 10 marzo: Francesco ricorda l’incontro regionale delle Cdb del Piemonte sul tema “Il Gesù storico”, che sarà introdotto da Elio Rindone. Sono disponibili alcune copie dei suoi libri “Chi è Gesù di Nazareth?” e “Da Gesù a Ratzinger”, entrambi al prezzo scontato di 10 € (chiedere a Memo).
  4. Sabato 9 e domenica 10 febbraio: collegamento nazionale Cdb a Verona. Chi ha proposte per l’O.d.g. le comunichi a Beppe, che parteciperà a nome della nostra Cdb.
  5. Dialogo tra Islam e cristianesimo. Franco ci informa di un’iniziativa assunta da Giorgio D’Aleo con alcune persone islamiche che vivono con lui a Frossasco. L’assemblea condivide la proposta di coinvolgersi. Franco concorderà con Giorgio una data per organizzare l’iniziativa.
  6. A questo proposito Memo ricorda che il gruppo “ricerca” sta iniziando la lettura del libro “Leggere il Corano a Roma”, di Adnane Mokrani: è un’occasione per chi vuole avvicinarsi alla conoscenza dell’Islam.
  7. Geremia: lunedì 4 febbraio ci ritroviamo in sede alle ore 21, a gruppi biblici riuniti, per ascoltare l’introduzione al libro del Profeta Geremia, di cui inizieremo la settimana successiva la lettura.
  8. Comunità Rom di Piossasco: Domenico invita la comunità a partecipare a un pranzo preparato interamente da loro; il costo è di 15 €: si tratta di solidarietà non gratuita. Il pranzo si farà al FAT domenica 27 gennaio, alle ore 13.
  9. Incontro con la comunità valdese di Pinerolo. Dopo la nostra proposta e la loro lettera di adesione, è stato concordato che la nostra comunità parteciperà al loro culto domenica 17 marzo. Si tratta di una iniziativa di maggior conoscenza reciproca. Vedremo come realizzare la reciprocità…
  10. Sede della comunità. Il proprietario ci ha comunicato che non intende rinnovare il contratto di affitto: al più tardi nel mese di giugno dovremo lasciare i locali, dopo 38 anni (era il 1975…).  Dopo uno scambio vivace e propositivo, l’assemblea decide:
  • di far domanda al Comune per una sede in coabitazione con un’altra associazione;
  • di concordare con il Direttivo del FAT il trasferimento presso di loro delle attività della Cdb;

Le due soluzioni precedenti sono da intendersi temporanee: abbiamo bisogno di una sede in esclusiva. Perciò tutti e tutte siamo impegnati/e a cercare un locale in affitto, adeguato ai nostri bisogni e alle nostre magre risorse finanziarie;

Verbale a cura di Beppe

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COLLEGAMENTO NAZIONALE CDB

Segreteria tecnica nazionale delle Comunità cristiane di base
c/o CdB di San Paolo – Via Ostiense, 152/B – 00155 – Roma

segreteria@cdbitalia.it – www.cdbitalia.it
Care Comunità,

come avevamo stabilito nella riunione di Roma, è confermata la riunione del comitato di collegamento delle CdB a Verona per i giorni sabato 9 e domenica 10 febbraio 2013. Siete quindi invitate a partecipare con almeno un/una vostra rappresentante.

La riunione si svolgerà presso il monastero di Sezano che si trova a una dozzina di Kilometri dalla stazione ferroviaria di Verona Porta Nuova. Il monastero di Sezano è una realtà interessante del veronese; tra le altre iniziative, ospita l’associazione “Monastero del bene comune” e con essa la “facoltà dell’acqua” dell’Università del bene comune (con Riccardo Petrella ed altri/e). È tra le promotrici dell’iniziativa “Dichiariamo illegale la povertà”.

Per gli aspetti logistici, gli amici e le amiche della cdb di Verona provvederanno ad accompagnare da e per la stazione ferroviaria coloro che verranno in treno. Il monastero offre ospitalità in camere singole e doppie. I costi e le modalità di prenotazione verranno precisate in una successiva comunicazione.

Come argomenti da discutere proporrei:

1) Presentazione del seminario di Novembre 2013 “Si fa presto a dire Dio…”.

2) Pianificazione di un successivo incontro nazionale CdB nel 2014: date e temi, anche alla luce delle osservazioni emerse dalla CdB di Piossasco.

3) Sito delle CdB

4) Situazione archivi documenti CdB.

5) Rinnovo della segreteria tecnica nazionale

6) Varie ed eventuali

ma attendo suggerimenti da voi su altri argomenti che potremmo discutere.

Ricordo che questa mail è indirizzata ad una persona (o due) per ciascuna comunità e che pertanto chi la riceve dovrà distribuirla all’interno della propria CdB. Seguirà un’altra comunicazione con le informazioni logistiche; intanto non prendete impegni per i giorni del collegamento.

Vi giungano i miei più cari saluti,

Per la Segreteria tecnica nazionale delle CdB
Stefano Toppi

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RIFLESSIONI A RUOTA LIBERA

Guardando il “calendario comunitario-liturgico” della nostra comunità cristiana di base di Pinerolo a cavallo tra dicembre e gennaio ho notato, tra le tante iniziative, quattro celebrazioni eucaristiche in 15 giorni: domenica 23 dicembre; lunedì 24 dicembre; domenica 30 dicembre; domenica 06 gennaio.

Apprezzato il grande impegno dei gruppi biblici nei quali abbiamo preparato con cura queste celebrazioni, mi sono sorti interrogativi, riflessioni e proposte che sento bisognose di confronto, di arricchimenti, di altri punti di vista.

Mi sembra, in sostanza, che forse si potrebbe valorizzare di più l’eucarestia celebrandola più raramente. Non sto parlando dell’appuntamento settimanale che, per molti aspetti, costituisce un “momento” prezioso per parecchi fratelli e sorelle.

Alludo ad un aspetto teologico che mi lascia perplesso. Mi sembra che in questo periodo ogni culto diventa una eucarestia. L’abbiamo celebrata anche all’interno della liturgia-celebrazione del perdono. A me sembra che “la festa del perdono” abbia una sua pregnante “sussistenza teologale” che la celebrazione eucaristica potrebbe un tantino sminuire.

E’ mia opinione che possa essere fecondo disgiungere, almeno alcune volte, il culto comunitario dalla celebrazione eucaristica. E’ possibile? Soprattutto è utile? A me sembra di sì, se riusciamo a lasciare la responsabilità ai singoli gruppi di “creare” culti diversi, anche tematici.

Molte chiese cristiane, per sottolineare dimensioni teologiche o pastorali diverse, spesso celebrano il culto senza eucarestia. Che sia la nostra tradizione cattolica a condizionarci?

Sono opinioni. L’importante è che in comunità, tra le tante “cose” buone che viviamo, impariamo ad ossigenare e rinnovare la nostra preghiera personale e comunitaria.

Franco Barbero

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QUANDO LA BIBBIA PUNGE

Ho avuto la gioia di accompagnare due gruppi biblici settimanali della comunità nell’intera lettura del “Libro di Isaia”. Due gruppi molto diversi, ma altrettanto appassionati. Leggere per intero i 66 capitoli di “Isaia” (non scegliendo solo le “gemme”) è un’avventura, una sfida, una “sicura battaglia” ad ogni incontro.

  • Linguaggi, metafore, toni, personaggi, culture, ripetizioni, ribadimenti, tenerezze, odio, vendetta, minacce… tutto sembra scritto per invitare a richiudere presto il libro… in preda alla confusione, allo sconcerto, alla delusione, allo scandalo.
  • Insieme abbiamo cercato, con la ricchezza di ricerche e commenti che la tradizione ebraico-cristiana ci mette a disposizione e che le letture storico-critiche e femministe ci offrono, di andare dentro al testo, di lottare con esso, di avvicinarci e di allontanarci, di riconoscerne ombre e luci, di prendere coscienza del fatto che scrittori-redattori-lettori e lettrici siamo “gente di mondi diversi”, di culture lontane…
  • Dunque, come pellegrini/e alla ricerca del Dio accogliente, come viandanti, esploratori e adoratori del mistero del Dio dell’amore, abbiamo lentamente riscoperto che le Scritture sono una pro-vocazione, un “pane duro”, a volte indigesto. Esse non ci offrono un bignami della morale, un codice di regole preconfezionate, pronte ad ogni uso. Tanto meno ci offrono una bella fotografia di Dio, una rassegna edificante di relazioni umane, un piatto di vivande da mangiare senza discernimento. No, esse non sono la Parola di Dio che discende dal cielo e che la penna degli Autori e redattori ha semplicemente, fissato, “eternizzato”. No, Dio non sollecita la nostra recettività passiva. Piuttosto ci chiama alla responsabilità creativa, storicamente e culturalmente situata nel nostro tempo. Ecco allora che il “tesoro delle Scritture” comincia ad illuminarsi, a “parlarci” in modi diversi. Esse ci trasmettono le testimonianze, illuminanti e tenebrose, di uomini e donne (in verità molto condizionate da una cultura patriarcale) alla ricerca del Dio della giustizia, del Dio degli oppressi, anch’essi sempre “apprendisti” alle prese con un Dio “che si nasconde”, forse per impedirci il vanto blasfemo di possederlo.
  • In quelle provocanti, seducenti e sconcertanti testimonianze quegli Autori ci sono parsi “nostri lontani parenti”. Infatti anche noi, nella nostra necessità di “pensare Dio” e il Suo mistero, cadiamo spesso nella tentazione di mettergli i panni della nostra cultura, di definirlo teologicamente, di “vendere in giro” e propagandare come “Suo volto” una nostra legittima immagine. Questo è il “tema teologico” sul quale amai riflettere in alcuni miei libri degli anni 70 – 80. Ma, paradossalmente, questi linguaggi ambigui e “pericolosi” della Bibbia autorizzano a rivolgerci a Dio con i mille nomi che troviamo nei nostri cuori.
  • Attraverso questi “passaggi” e confronti ho visto che nei gruppi è nata, è cresciuta la passione della lettura di Isaia. Dunque, leggere le Scritture di Isaia significa anche fare i conti con la passione, le passioni, i tormenti, le speranze e soprattutto la fede dei profeti e dei poveri nel Dio della giustizia. Per noi può comportare il dono di riaccendere ogni giorno la nostra fiducia in Dio e il nostro impegno “di parte”, cioè dalla parte degli ultimi e delle ultime.
  • Per me è stato arricchente partecipare allo “scambio di gruppo”, all’intreccio così vivo degli interrogativi, dei dubbi, delle “scoperte”, delle preghiere. Nelle voci ho sentito i palpiti dei cuori dei miei fratelli e delle mie sorelle. Le Scritture, lette in fretta, sono acqua che passa e va. Perché la Scrittura diventi “Parola di Dio” deve essere custodita nei nostri cuori, riletta, riascoltata. “L’ascolto, infatti, passa per il travaglio del custodire” (Lidia Maggi). Essa allora convive con i nostri giorni, con le nostre gioie e le nostre pene. Getta il ponte per “gustare” la bontà di Dio, la Sua compagnia.
  • Ora eccoci: stiamo per iniziare la lettura del libro del profeta Geremia. Teniamoci pronti: è un’altra sfida.
  • Grazie, o Dio, Tu sei il mistero più luminoso; sei la luce più sconcertante, sei la sorgente della vita eppure giochi a nasconderTi. Non cesserò mai di cercarTi perché so che Tu sei sempre alla ricerca di tutte le Tue creature. Solo così non diventerai mai per me un idolo. Ti cerco con gli “strumenti” più raffinati delle scienze bibliche, ma Ti adoro con il cuore del fanciullo più ingenuo e intravvedo la Tua ombra e la Tua luce negli occhi dei più poveri della terra.

Franco Barbero

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GRUPPO MEDIE A RIVALTA E INCONTRO A PIOSSASCO

L’incontro mensile del gruppo “medie” si terrà domenica 10 febbraio alle ore 10 presso la casa famiglie del “filo d’erba” in Via Roma a Rivalta. In parallelo, come gruppo genitori continueremo la lettura del libro di Pesce “Da Gesù al cristianesimo”. A seguire pranzeremo insieme.

Sabato 16 febbraio, presso la saletta della parrocchia di San Francesco a Piossasco, si terrà l’incontro di studio mensile con il gruppo degli adulti di Rivalta e dintorni. L’argomento è ancora da definire.

Per informazioni: Valentina Pazé e Francesco Giusti

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GRUPPO “UOMINI IN CAMMINO”

Il gruppo si incontra giovedì 7 e 21 febbraio, presso la sede del FAT (Vicolo Carceri 1, Pinerolo), con il solito orario: 19-20,30. Stiamo parlando di politica – v. l’ultimo numero di UinC. Ricordiamo che il gruppo è sempre aperto ad accogliere chi volesse provare a mettersi in cammino… chiediamo solo di contattare prima uno di noi.

Beppe Pavan

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CARI FRATELLI E CARE SORELLE DELLA COMUNITÀ DI BASE DI PIOSSASCO…

Cari Gustavo e Cesare,
vi prego di far giungere la lettera che la nostra comunità ha voluto scrivervi e che, riunita ieri domenica 20 gennaio in assemblea, ha approvato a tutte le persone della vostra CdB. La nostra, che vuole essere una lettera aperta da diffondere a tutte le cdb italiane, vuole essere una risposta alla vostra del mese di novembre, che anche se non indirizzata a noi direttamente, sembrava riguardare tutte le comunità. Restano i limiti dello spazio di uno scambio epistolare che potremmo superare nei prossimi incontri di comunità.
Un carissimo saluto a tutte e tutti voi dalla comunità di San Paolo e da me personalmente,
Stefano Toppi
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Care amiche e cari amici della Comunità di Piossasco,

il vostro interrogarvi sulle fondamenta su cui costruire e vivere la fede, ci ha coinvolto e spinto ad esprimere il nostro pensiero sui temi che voi proponete, anche perché avete espresso il desiderio di proseguire con altre comunità questa riflessione, pur non avendo indirizzata direttamente a noi la lettera.

Dobbiamo innanzitutto dire due parole sul metodo che abbiamo seguito e che spiegano anche il motivo per il quale il nostro contributo giunge dopo tanto tempo.

La nostra comunità è suddivisa in sei gruppi di preparazione delle assemblee eucaristiche, quattro su base territoriale e due tematici (il gruppo biblico ed il gruppo donne).

In questi gruppi ognuno porta naturalmente le proprie competenze e le proprie sensibilità, per cui alla fine risulta che anche ciascun gruppo assume caratteristiche differenti che si riflettono nel modo in cui si svolgono le assemblee domenicali. È questo il nostro modo di vivere, non senza problemi, la nostra “convivialità delle differenze”.

Quindi, riuniti in una assemblea comunitaria in una domenica dello scorso novembre, abbiamo pensato di sperimentare, per rispondervi, il metodo di elaborare in ciascun gruppo una riflessione sui punti che portate alla nostra attenzione e poi provare a metterli insieme. Questo che leggete è il tentativo di sintesi dei diversi apporti.

Va detto che non tutti i gruppi hanno prodotto qualcosa e che qualcuno di essi ha anche avuto molte resistenze prima di decidere di esprimere una propria opinione, in quanto riteneva i temi trattati nella vostra lettera lontani dai propri attuali interessi. Inoltre occorre dire che vorremmo rifuggire dalla tentazione di proporre/inseguire modelli unitari, nella consapevolezza che i diversi contesti in cui sono inserite le comunità, le rendono esperienze marcatamente originali e diverse le une dalle altre.

Rispetto alla vitalità del movimento delle CdB, è indubbio che un tempo le comunità fossero più numerose e anche nel Mezzogiorno più diffuse. Riteniamo che ciò abbia a che vedere sia con l’affievolirsi dei movimenti nel cui alveo si è iscritta anche l’esperienza delle CdB, sia con l’azione della Chiesa istituzionale tesa a contenere gli effetti del Concilio Vaticano II e ad emarginare le CdB, con conseguente progressivo oscuramento della presenza delle comunità di base da parte dei media. È anche vero che, specialmente nei primi anni, quando le comunità non avevano ancora maturato quel ripensamento progressivo del rapporto con il sacro, molte di esse hanno concluso la loro esperienza con il venir meno del presbitero per i più svariati motivi (allontanamento d’autorità, per scelta, etc…).

Pensiamo tuttavia che questa situazione non debba influire sulla prosecuzione del nostro impegno ad approfondire i contenuti della nostra fede ed a rinnovare le modalità con cui viverla ed esprimerla. Nella nostra comunità, peraltro, almeno tra alcuni/e di noi, questo problema della continuità non è sentito in modo drammatico. E’ certamente auspicabile che persone di grande carisma e preparazione si dedichino alla Comunità. In ciò, dobbiamo confessarlo, noi ci sentiamo privilegiati perché possiamo contare su una ancora relativamente ampia consistenza numerica e qualitativa di fratelli e sorelle. Ma anche nella malaugurata ipotesi che la nostra Comunità e altre Comunità di base scomparissero, confidiamo tuttavia che dalla morte risorgerà la vita, non sappiamo come dove e quando, anche per il segno che esse hanno lasciato. Anche le prime comunità cristiane sono sparite, ma esse ci illuminano ancora. Dunque non sta a noi conoscere i tempi e i modi della resurrezione, ma dobbiamo vivere con e in questa speranza.

Quanto alla sensazione che il “privilegiare il sociale-politico… vada a scapito della ricerca e testimonianza più specificatamente di fede”, siamo di diverso avviso. La nostra quarantennale ricerca ci ha portati a rifiutare una fede che si esprime solamente in riti e liturgie, e ad impegnarci, per quanto possiamo, nella nostra vita quotidiana in una prassi di attenzione e condivisione col prossimo, in particolare con coloro sui e sulle quali maggiormente pesano i problemi dei tempi in cui viviamo. Questo non toglie che resti centrale, nella vita della comunità, la celebrazione dell’eucarestia, segno di unità perché lì, di fronte allo spezzare del pane e della vita di Gesù, sono presenti tutte le componenti della comunità e nello stesso tempo sia fonte di coraggio per riprendere il cammino ciascuno/a per la sua strada. Del resto crediamo che le CdB siano sorte e si siano sviluppate proprio coniugando fede e impegno sociale e politico (con scelte a livello individuale, contro ogni neo-integralismo), da cui il motto che campeggiava sul nostro settimanale Com: “Fede, Politica, Vita Quotidiana”. Quel motto secondo noi ha mantenuto intatta la sua pregnanza.

Riguardo all’attenzione ai fermenti spirituali presenti nella Chiesa, dobbiamo dire che al nostro interno sono presenti diverse sensibilità: c’è chi crede utile il confronto con persone che manifestano il loro “disagio” nel trovarsi in una Chiesa la cui gerarchia ha spento le speranze suscitate dal Concilio Vaticano II (speranze che le CdB hanno invece cercato di interpretare in uno sviluppo del cammino intrapreso con il Concilio), e chi ritiene inutile parlare con chi ha ancora una visione patriarcale e clero-dipendente della Chiesa e si illude ancora in una sua possibile “riforma”, non si sa da chi operabile.

Tuttavia dobbiamo anche dire che più volte negli ultimi anni la nostra Comunità si è trovata a promuovere iniziative con gruppi di base romani e riviste di area cattolica e non solo (Adista, Confronti). Attualmente siamo impegnati nella preparazione di un altro convegno insieme allo stesso gruppo di promotori. A livello nazionale, abbiamo, insieme a un centinaio di altri gruppi, comunità e riviste, partecipato alla organizzazione a Roma di un molto partecipato convegno all’Istituto “Massimo” sui 50 anni dall’apertura del Concilio. Su questo stesso tema poi ci risulta che altre Comunità si siano mosse o si stiano ancora muovendo (Villaggio artigiano a Modena, il Cassano a Napoli).

Per quanto concerne lo studio biblico, in Comunità esiste un gruppo che da anni studia le scritture in maniera sistematica; inoltre tutti i gruppi si confrontano, nel preparare le assemblee eucaristiche, con le letture, bibliche e non solo, che ogni domenica propongono.

Per quanto riguarda il tema del “prete” nelle comunità, noi, invece di usare il termine “pastori” che richiama quello, correlato e passivo, di “pecore”, preferiamo parlare di “ministeri” e quindi di “ministerialità” diffusa, articolata e pro-tempore: ministeri della parola, della liturgia, dell’assistenza ai malati e alle persone sole, della presidenza dell’Eucarestia e delle altre assemblee, del collegamento interno ed esterno, ecc. Queste persone, dotate di carismi anche apparentemente modesti (ma per l’apostolo Paolo tutti i carismi sono egualmente necessari) vanno certamente apprezzate e riconosciute dall’assemblea. Se ci sono.

Su questo tema ci sembra significativo riportare integralmente il parere espresso dal gruppo Montesacro e dal gruppo donne:

«Quanto ai “buoni pastori” diciamo con franchezza che non ne sentiamo la “vitale necessità”. Per la nascita della nostra comunità è stato decisivo il carisma di un presbitero, cioè di Giovanni Franzoni. Ma lo stesso Giovanni (come del resto gli altri numerosi ex presbiteri presenti nella nostra comunità) pur continuando ad arricchirci con il suo contributo di pensiero e la sua testimonianza di vita, non è stato di ostacolo a che la comunità crescesse nel tempo sempre più autonomamente e che tutti e tutte potessero pienamente esprimersi. Per questo già in occasione del trentennale dall’uscita dalla basilica chi tenne la relazione nella assemblea che ricordava quell’evento poté affermare che da un pezzo ormai la nostra non era più la comunità di Giovanni Franzoni, ma semplicemente la comunità di San Paolo.» (gruppo Montesacro)

 «Il problema della “pastoralità” ha attraversato anche la nostra comunità e non è certo esaurito. Nella nostra esperienza, favorita dall’essere in tanti e tante, abbiamo potuto privilegiare la “corresponsabilità” adottando la suddivisione in gruppi e, all’interno del singolo gruppo, scegliere di volta in volta il/la presidente dell’eucarestia. Questo non garantisce ovviamente la serenità programmata in partenza, ma invece di volta in volta il confronto e, non ultimo, il conflitto. L’impegno totalizzante da parte di qualcuno è scongiurato e non vorremmo neanche che esistesse tra noi una figura così connotata, che non può – da sola – dare “ossigeno”, aprire al nuovo e alla creatività. L’immaginario che Gesù aveva di Dio può ostacolare la nostra ricerca e allontanarci dalla sequela di Gesù? Noi pensiamo che non sia così. In particolare noi del gruppo donne di San Paolo pensiamo che il nostro apporto, dal Convengo sulle Scomode figlie di Eva in poi, sia stato utile per compiere il lento e faticoso cammino che ci ha portato a ridefinire la figura del presbitero e a superarla in senso comunitario, sia in relazione alla presidenza dell’Eucarestia che dell’occuparsi degli altri aspetti pastorali della comunità. Certo, non siamo ancora stati messi alla prova della mancanza del presbitero intorno al quale si è formata la comunità e che continua a essere un importantissimo punto di riferimento per la sua presenza costante e attenta, per la sapienza nel donarci una parola che è sempre fonte di riflessione, di unione e, anche, di meraviglia. Come sarà il futuro? E’ sufficiente la nostra debole organizzazione per garantirci che la Comunità continuerà negli anni? Non lo sappiamo e non possiamo imbrigliare il futuro, solo aiutarci vicendevolmente. E’ purtroppo vero che le comunità si sono spesso esaurite con la scomparsa dei loro presbiteri. Siamo convinti/e che sia necessario far emergere tutti i carismi presenti nelle comunità, collaborando attivamente perché questi si realizzino.». (gruppo donne)

Riguardo, infine, all’argomento che il collegamento ha scelto per il prossimo seminario, ci dispiace molto che il tema sul “divino” non trovi il vostro interesse. Anche noi abbiamo in Gesù, nella sua vita e nelle sue scelte, il riferimento fondamentale per la nostra ricerca di fede. Ci sembra che il Gesù storico che tanto amiamo sia intimamente compenetrato col divino. Lui lo indica con i termini di Dio e Padre, secondo le immagini, la cultura e la religione del suo tempo. Noi, se pensiamo che Gesù e la Bibbia abbiamo ancora un senso, lo dobbiamo fare con parole e concetti del nostro tempo, usando gli strumenti derivanti dall’esegesi storico-critica e facendoci aiutare dalla moderna teologia, compresa la teologia femminista, e dalle più recenti scoperte scientifiche sull’evoluzione. Solo un Gesù liberato dalla “cristolatria” potrà far riscoprire il suo messaggio liberatore.

Concordiamo sulla esigenza di “interrogarci sulla nostra vita, il nostro tempo, il nostro modo di essere credenti oggi”. Proprio per questo ci stiamo impegnando sempre più nel leggere e cercare di interpretare i segni dei tempi. E riteniamo importante che vada maturando un’altra idea di Dio sicché ci sembra appropriato il tema proposto per il prossimo seminario nazionale.

Questo non toglie che il tema del “Gesù storico”, come, ad esempio, quello dello studio della nascita delle prime comunità cristiane e delle loro diversità, possa impegnarci in successivi seminari che potranno essere proposti sia a livello locale che nazionale.

In attesa di potervi incontrare, certi che lo scambio diretto di esperienze sia più ricco e coinvolgente di un semplice scambio epistolare, vi giungano i nostri più cari saluti.

La Comunità cristiana di base di San Paolo

Roma, 20 gennaio 2013

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