Lunedì 13 febbraio 2012 – Vangelo di Matteo cap. 7 – 13,29

Con questi versetti, l’autore del vangelo chiude il discorso della montagna, con una serie di esortazioni che indicano l’ideale di vita presentato nel discorso della montagna.

Una proposta importante da mettere in pratica, per Matteo è importante comprendere ciò che si è ascoltato, ma è molto più importante mettere in pratica quello che si è capito. D’altra parte lo stesso Gesù non si è preoccupato d’insegnare a pensare bene, quanto ad agire bene. Certo, è molto saggio imparare a riflettere, a pensare, ma sempre come presupposto ad un corretto modo di agire. Ascoltare non è solo sentire, ma far penetrare dentro ciò che Gesù ci dice e praticare con coerenza nelle opere.

Gli esempi che vengono citati: la porta stretta e quella larga, la via angusta che conduce alla vita e quella larga della perdizione, i profeti veri e quelli falsi, l’albero buono e quello cattivo e infine la casa costruita sulla roccia e l’altra costruita sulla sabbia; sono esempi messi l’uno accanto all’altro e in contrapposizione, proprio per far capire meglio come deve essere la fisionomia di chi ha scelto di seguire di Gesù.

Per questo occorre seguire l’una e guardarsi dall’altra, cercare ciò che ha più senso, che è più giusto e non aver paura di affrontare le difficoltà, la conseguenza di certe scelte, che a volte costano rinunce e sacrifici.

Il tono usato è quasi duro, ma probabilmente la comunità di Matteo, cominciava ad avvertire i primi segni di rilassamento e quindi, era necessario che qualcuno le ricordasse gli impegni etici e spirituali presi nell’aver scelto di seguire la pratica di Gesù. Evidentemente la ricerca degli agi e dei piaceri non sembrava tanto lontano come avrebbe dovuto essere.

L’evangelista mette in guardia dai falsi profeti, ma che cos’è la profezia e chi sono i profeti?

Ci è stato insegnato che i veri profeti sono coloro che interpretano la volontà di Dio, ma nel testo viene detto che li riconoscerete dai loro frutti, cioè dalle loro azioni. Se sono persone rette, convinte di ciò che annunciano, questo dovrebbe tradursi in buone azioni prima di tutto in loro, mettere in pratica partendo da se.

Ma non è sempre così, a volte sono veri profeti e profete, coloro che non si allineano con il potere di qualunque origine sia, perché il potere non tollera i disubbidienti che osano andare oltre” la legge”.

Nel capitolo precedente troviamo più volte Gesù che dice: “vi hanno detto……ma io vi dico…”.

Credo che quello è l’invito a cui siamo chiamate/i ad accogliere, cioè, chiederci sempre se la legge/regola è applicabile per il bene della persona o se va cambiata e quindi trasgredita per praticare la giustizia, la verità.

Voglio citare due donne che, in epoche diverse anno pagato a caro prezzo la libertà di insegnare e dissentire dai canoni ufficiali:

– Perpetua (fine 2° secolo inizio 3° secolo), cacciata come un lupo dagli avversari cattolici e fatta morire nell’anfiteatro in lotta con le belve, per aver avuto la consapevolezza di conoscere a fondo e trasmettere ad altri la parola di Dio.

– Mary Daly, morta nei mesi scorsi, a cui fecero trovare chiuso il suo ufficio impedendole di poter continuare ad insegnare all’università, cosa che faceva da tempo, perché rendeva pubbliche le sue ricerche che non erano conformi a quelle ufficiali.

Lo spirito divino della profezia non è ad appannaggio di alcuni eletti, in Atti 2, 17-18 leggiamo: “…dice il Signore: Io effonderò il mio spirito sopra ogni persona; i vostri figli e le vostre figlie profeteranno…. E anche sui miei servi e sulle mie serve in quei giorni effonderò il mio spirito ed essi profeteranno.

Tutti e tutte siamo chiamati e chiamate a profetizzare tenendo presente l’importanza della pratica di vita.

Prima di tutto occorre coltivare la conoscenza, cioè il pensiero, poi la parola, parlare di ciò che conosciamo o stiamo approfondendo, ci aiuta ad aprire gli occhi e a seminare pensieri di giustizia, e poi la pratica di vita. Se mettiamo insieme pensiero, parola, e pratica, diventano un messaggio concreto per chi ascolta e per ciascuno di noi, cercando di avere sempre il desiderio di ancorarsi ai valori dell’amore e della giustizia.

Maria Del Vento

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