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Riconciliazione ed accoglienza
 
E' con sofferenza ed anche con sbigottimento che constatiamo che in queste settimane in molti sta venendo meno, nei confronti delle nostre sorelle e dei nostri fratelli omosessuali, l'atmosfera di riconciliazione e di confessione dei peccati del passato e del presente su cui tutti ci dovremmo concentrare nell'anno giubilare. Queste nostre sorelle e questi nostri fratelli sono presenti anche nella nostra Chiesa, nel nostro clero, nei nostri ordini religiosi, nelle nostre associazioni e ritengono che il messaggio di Gesù li accolga e li comprenda nel piano della salvezza ( "Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato") senza che la loro condizione sia negata o contraddetta.
 
La loro diversità non deve essere più giudicata ed isolata come spesso è avvenuto in passato ed ancora oggi talvolta avviene nelle nostre comunità cristiane, essa non deve essere nascosta ( anche a causa della nostra ipocrisia ) ma deve essere resa manifesta ed accolta. Quando essa si organizza nelle forme pubbliche e di massa del Gay Pride non ci sembra evangelico pronunciare facili condanne né premere perché le istituzioni pubbliche creino difficoltà di ogni tipo fino a non garantire i diritti tutelati da uno stato laico, per i cui valori ogni credente deve impegnarsi in quanto fondati sul messaggio universale di Cristo.
 
Vorremmo vedere a Roma la nostra Chiesa dire che il Giubileo è di tutti e per tutti .
 
A tutti chiediamo che quanti, credenti e non credenti, verranno a Roma per la settimana del Gay Pride siano accolti fraternamente da un popolo cristiano che apra loro le proprie case e le proprie chiese.
 
Roma, maggio 2000

Movimento Internazionale "Noi Siamo Chiesa"