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Liturgia della domenica – anno liturgico C – Pagina 9 – CdB – Comunità Cristiana di Base Viottoli

26^ domenica del T.O.

A fianco di Abramo…

C’era un uomo ricco, che si vestiva di porpora e di bisso, e ogni giorno si divertiva splendidamente; e c’era un mendicante, chiamato Lazzaro, che stava alla porta di lui, pieno di ulceri, e bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; e perfino i cani venivano a leccargli le ulceri. Avvenne che il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo; morì anche il ricco, e fu sepolto. E nel soggiorno dei morti, essendo nei tormenti, alzò gli occhi e vide da lontano Abramo, e Lazzaro nel suo seno; ed esclamò: “Padre Abramo, abbi pietà di me, e manda Lazzaro a intingere la punta del dito nell’acqua per rinfrescarmi la lingua, perché sono tormentato in questa fiamma”. Ma Abramo disse: “Figlio, ricordati che tu nella tua vita hai ricevuto i tuoi beni e che Lazzaro similmente ricevette i mali; ma ora qui egli è consolato, e tu sei tormentato. Oltre a tutto questo, fra noi e voi è posta una grande voragine, perché quelli che vorrebbero passare di qui a voi non possano, né di là si passi da noi”. Ed egli disse: “Ti prego, dunque, o padre, che tu lo mandi a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli, affinché attesti loro queste cose, e non vengano anche loro in questo luogo di tormento”. Abramo disse: “Hanno Mosè e i profeti; ascoltino quelli”. Ed egli: “No, padre Abramo; ma se qualcuno dai morti va a loro, si ravvedranno”. Abraamo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno persuadere neppure se uno dei morti risuscita”. (Luca 16,19-31).

L’autore di questo Vangelo mette in guardia dai pericoli della ricchezza: già nei primi 9 versetti affronta il tema che apre e chiude il capitolo con due parabole.

In questa vi sono due protagonisti particolari: un ricco ed un povero mendicante di nome Lazzaro, espressione di due classi sociali e religiose contrapposte. Del ricco non viene citato neanche il nome mentre il povero Lazzaro viene presentato con amore e passione; la sua è una situazione di estrema povertà in contrasto con le abitudini di vita del ricco di cui viene descritto lo sfarzo costante, come se l’unica preoccupazione  sia quella di vestire lussuosamente e trascorrere le sue giornate in festini.

Probabilmente chi scrive intende portare l’attenzione  verso tutta la categoria: una minoranza di ricchi di fronte ad una moltitudine di poveri e vuole evidenziare, per chi legge, che nella storia c’è stato qualcuno che ha preso le difese di Lazzaro e di altri come lui e, soprattutto, rendersi consapevoli delle situazioni assurde in ingiuste in cui vivono tantissime persone a causa dello strapotere della minoranza dei ricchi. Continua a leggere