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Foglio di Comunità – n° 7-8/2018 – CdB – Comunità Cristiana di Base Viottoli

Foglio di Comunità – n° 7-8/2018

Bollettino informativo non periodico della Comunità cristiana di base Viottoli
Distribuzione gratuita — Pinerolo (To), 30/06/2018

EUCARESTIE E GRUPPI BIBLICI

Come ogni anno, durante l’estate ci saranno delle variazioni per quanto riguarda la celebrazione dell’Eucaristia e i gruppi di lettura biblica.

L’assemblea di comunità ha deciso il seguente calendario:

Eucarestie:  ​

venerdì  13 luglio   alle ore 21 (a cura di Domenico)

venerdì  27 luglio​ ore 21 (a cura di Beppe)

​venerdì  24 agosto ore 21 (a cura di Luciano)

Venerdì 24 agosto: ore 19 cena comunitaria, ore 21 eucarestia breve (a cura di Luciano); seguirà l’assemblea di comunità.

Il gruppo settimanale di studio biblico è sospeso: riprenderà lunedì 3 settembre, ore 21, al FAT, con l’introduzione al Vangelo di Marco, che leggeremo in autunno.

Abbiamo anche deciso di completare, seppur velocemente, la conoscenza del Pentateuco:

• Mercoledì 29 agosto alle ore 18 a casa sua, a La Verna di Cumiana, Eliana ci presenterà il Libro dei Numeri;
• Lunedì 17 settembre, ore 21 al Fat, Beppe presenterà il Libro del Deuteronomio.

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GRUPPO  DONNE

Stiamo preparando il laboratorio sul tema “Povertà, lo sguardo delle donne: pensieri e pratiche” che condurremo durante il Convegno Europeo delle Cdb nel mese di settembre

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GRUPPO  RICERCA

Riprenderemo il 6 settembre, come sempre a casa di Paola ed Elio a Miradolo di S. Secondo. Concluderemo il periodo dedicato a testi di politica delle donne ascoltando il racconto che ci ha fatto Graziella Borsatti sulla “fine” della sua esperienza di sindaca di Ostiglia (Mantova) e degli incontri tra le giunte di Ostiglia e di Spinea (Venezia) organizzati dall’Associazione Identità e Differenza.

Abbiamo poi deciso di accogliere la proposta di Doranna: leggeremo il libro “Stupro a pagamento” sulla prostituzione, di Rachel Moran (di cui troverete una recensione sul prossimo numero di Viottoli).

Il gruppo è sempre aperto per chi voglia coinvolgersi in un cammino di approfondimenti.

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SEGRETERIA TECNICA
Convegno europeo Cdb

Dalle Cdb italiane stanno arrivando prenotazioni per il Convegno Europeo del 21-22-23 settembre a Rimini. Vi ricordiamo di iscrivervi entro il 15 agosto, seguendo le indicazioni che trovate nella pagina del programma.

Marcia per la pace Perugia-Assisi

Abbiamo proposto alle Cdb italiane di aderire alla Marcia per la pace Perugia-Assisi del prossimo 7 ottobre: molte comunità hanno risposto assicurando la propria adesione. Abbiamo, quindi, immediatamente inoltrato al Comitato promotore della Marcia l’adesione delle Cdb italiane e un contributo di 50 € da parte della nostra comunità. Crediamo che sarebbe bello partecipare alla Marcia dietro uno striscione delle Cdb italiane e ogni Cdb con propri cartelli ecc.

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VIOTTOLI

Ringraziamo chi ha accolto con grande disponibilità il nostro invito a collaborare mandandoci articoli, commenti biblici, segnalazioni, recensioni, ecc.

Sta per uscire il numero 1/18 che ospiterà gli Atti del Seminario nazionale “Beati gli atei perchè incontreranno Dio”, svoltosi a Rimini nei giorni 8-10 dicembre 2017.

Vi invitiamo a rinnovare la quota associativa per il 2018: 25,00 € (socio ordinario) – 50,00 € (socio sostenitore); oppure potete versare un contributo libero utilizzando il ccp n. 39060108 intestato a: Associazione Viottoli – via Martiri del XXI, 86 – 10064 Pinerolo (TO) o con bonifico bancario:

IBAN: IT 25 I 07601 01000 000039060108    BIC/SWIFT: BPPIITRRXXX

Potete inoltre richiedere copie saggio gratuite del nostro semestrale (per informazioni: viottoli@gmail.com). Sul nostro sito www.cdbpinerolo.it cliccando su VIOTTOLI —> ARCHIVIO DEI NUMERIARRETRATI trovate, e potete scaricare gratuitamente, tutti i numeri in formato *.pdf dal 1998 al 2/2017

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UOMINI  IN CAMMINO

Gli incontri dei due gruppi sono sospesi, come ogni anno, durante i mesi estivi. Riprenderemo con il seguente calendario:

Il gruppo UinC 1 si riunirà al FAT giovedì 13 e 27 settembre alle ore 18,45.
Il gruppo UinC 2 da settembre si riunirà al venerdì invece che al martedì, per favorire la partecipazione di alcuni che lavorano o hanno impegni concomitanti. A settembre il primo incontro sarà venerdì 14, sempre al FAT, alle ore 21. Il 2° incontro sarà venerdì 5 ottobre e poi proseguiremo regolarmente ogni due settimane.
Ricordiamo agli uomini che leggono questo foglio che i due gruppi sono sempre aperti a chi sente il desiderio di conoscerci o di coinvolgersi. Basta una telefonata per un contatto preventivo con uno di noi.

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RESTIAMO UMANI
Costruiamo l’opposizione popolare al governo del Ministro dell’Interno Salvini

In un clima di apparente consenso il Ministro dell’Interno Salvini, sempre più vero capo del governo, marcia a colpi di propaganda xenofoba: un giorno chiude i porti alla nave Aquarius carica di migranti, li schernisce definendo il loro viaggio una “crociera”, urla alla folla che “la pacchia è finita” per i migranti, per le ONG e organizzazioni che li accolgono, propone la schedatura dei rom, dicendo che “quelli italiani purtroppo ce li dobbiamo tenere”, prepara un piano di espulsioni di massa.

Questo linguaggio è inaccettabile! Questo sdoganamento della xenofobia, questa incitazione continua alla discriminazione è inaccettabile! Occorre dirlo forte adesso.

Salvini, in campagna elettorale permanente, già in vista delle elezioni europee del prossimo anno, twitta costantemente alla pancia rancorosa ed egoista di un paese impoverito e incattivito dalla crisi economica e dalle politiche di austerità, con la sua corte di 2milioni e mezzo di follower.

Dal 2015 almeno la questione migrante è un elemento che ha messo in crisi le società e la politica europea e dei singoli stati.

Costruire una opposizione popolare alle politiche di Salvini per noi significa ricostruire un senso comune diverso da quello dominante:

1. ​Noi vogliamo costruire una società aperta, non una società claustrofobica, chiusa da muri e fili spinati.

2. ​Gli immigrati sono persone, esseri umani. Lo sono anche e a maggior ragione quando sono neri, giovani e africani.

3. ​Gli italiani sono emigrati in Germania, Belgio, Francia, Australia, Argentina, America, a milioni. E questo è nel DNA del nostro paese. Milioni di italiani dal sud sono venuti a lavorare nel nord industriale. Anche noi abbiamo subito discriminazione e razzismo. E di nuovo oggi migliaia di giovani italiani vanno a cercare lavoro all’estero.

4. ​La distruzione della Libia, la devastante guerra dell’Iraq e la conseguente guerra civile in Siria sono conseguenze della politica delle potenze occidentali, Francia, Stati Uniti e Inghilterra, spesso con l’appoggio dell’Italia.

5.​In Italia non è in atto nessuna “invasione”: nei primi sei mesi del 2018 sono arrivate in Italia via mare 14.441 persone , mentre nello stesso periodo dell’anno precedente ne erano arrivate 64.033. L’Italia ha 2,4 rifugiati ogni 1.000 abitanti. La Svezia ne ha 23, Malta 18, la Germania 8.

6. ​La crisi migratoria in Europa è dovuta in gran parte al rifiuto dei governi dell’Europa orientale, amici di Salvini alla Orbán, quelli dei paesi del gruppo di Visegrád, che si sono opposti alle quote di ripartizione, e ai violenti respingimenti francesi a Ventimiglia e a Bardonecchia e al blocco del Brennero voluto dal governo austriaco.

7. ​Il fallimento della politica migratoria europea, quella definita dal regolamento di Dublino III, che stabilisce che le richieste di asilo devono essere presentate nel primo paese d’ingresso in Europa, è evidente, ma è evidente anche la difficoltà di cambiarlo per i reciproci veti dei governi.

8. ​I tanto desiderati hot spot nei paesi d’origine, cioè in Libia, sono pura ipocrisia europea. Affidare alla Libia la funzione di “filtro”, significa far finta di non conoscere le reali condizioni di violenza e stupri a cui sono sottoposti i migranti africani in Libia.

9. ​L’attacco alle ONG e alle loro navi nel Mediterraneo ha come scopo che in mare, d’ora in poi, ci devono essere soltanto i militari.

10. I migranti non ricevono né hanno mai ricevuto nelle loro tasche 35 euro al giorno! Questa è una bufala creata ad arte per scatenare la guerra tra poveri, tra gli italiani precari o disoccupati e gli italiani e i rifugiati. Gli immigrati ricevono circa 3 euro al giorno, gli altri sono soldi utilizzati da associazioni e cooperative italiane per coprire i costi dell’accoglienza.

11. L’invecchiamento della popolazione italiana ed europea, l’aumento della popolazione globale, i cambiamenti climatici sono fenomeni enormi, che nessun muro da solo può fermare.

12. La questione delle migrazioni va compresa all’interno di uno scenario globale caratterizzato da un dispositivo di distribuzione della ricchezza che toglie risorse alle fasce basse della popolazione per concentrarle nelle mani di una oligarchia mondiale. I migranti fuggono da paesi immiseriti, saccheggiati, subordinati ai potentati economici globali.

13. Senza gli immigrati i pomodori o la frutta (a Saluzzo, non solo a Rosarno) che mangiamo non arriverebbero ai nostri mercati, le fabbriche del nord-est non avrebbero operai a sufficienza, i nostri anziani non sarebbero accuditi. Altro che rubare il lavoro… I migranti sono parte integrante della nostra forza lavoro, a loro devono essere estesi i nostri diritti. Ricordiamo l’uccisione del bracciante sindacalista maliano Soumaila Sako nella piana di Vibo Valentia, ammazzato a fucilate il 2 giugno scorso.

Siamo consapevoli che la politica xenofoba di Salvini, i suoi metodi e i suoi obiettivi paiono inoltre condivisi ai piani alti di Bruxelles, come si vede dalle dichiarazioni del Ministro dell’Interno tedesco Manfred Weber e dall’appoggio su cui può contare dal leader populista austriaco Sebastian Kurz.

E siamo consapevoli che le politiche di Salvini rappresentano sì un salto di qualità, ma che sono state preparate da anni di politiche sull’immigrazione che ne hanno posto le basi: basti ricordare il decreto Minniti-Orlando del 2017, che ha portato all’abolizione del secondo grado di giudizio per i richiedenti asilo che hanno fatto ricorso contro un diniego e l’abolizione dell’udienza.

La società italiana è certo quella che plaude a Salvini e alla sua politica muscolare con i deboli, ma è anche quella che sta costruendo nelle scuole, nei posti di lavoro, nei comuni, mille esempi concreti e positivi di integrazione, come abbiamo visto in questi anni in Val Pellice, in Val Chisone e a Pinerolo, negli Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati in Italia) che sono stati aperti e che hanno accolto decine di immigrati africani.

Questa è l’Italia migliore: sui banchi di scuola centinaia di migliaia di ragazzi italiani, nuovi italiani, figli di stranieri, convivono tranquillamente, costruendo i cittadini e i lavoratori dell’Europa di domani.

L’articolo 3 della Costituzione recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.

Chi l’ha scritto guardava certo alla vergogna delle leggi razziali del 1938, ma guardava lungo, fino ad oggi.

ARCI, ALP, ANPI, CGIL, AnLib Pinerolo, Associazione Viottoli, Circolo Legambiente Pinerolo, Circolo ACLI Pinerolo, Collettivo Interferenze, Comunità cristiana di base via città di Gap, Comunità Cristiana di Base Viottoli, Emergency, Liberi e Uguali, Scuola senza frontiere, “Se non sai non sei” gruppo donne, Potere al Popolo

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APPELLO DI PADRE ALEX ZANOTELLI AI GIORNALISTI ITALIANI

«Rompiamo il silenzio sull’Africa. Non vi chiedo atti eroici, ma solo di tentare di far passare ogni giorno qualche notizia per aiutare il popolo italiano a capire i drammi che tanti popoli africani stanno vivendo.

Scusatemi se mi rivolgo a voi in questa torrida estate, ma è la crescente sofferenza dei più poveri ed emarginati che mi spinge a farlo. Per questo, come missionario e giornalista, uso la penna per far sentire il loro grido, un grido che trova sempre meno spazio nei mass-media italiani, come in quelli di tutto il modo del resto.

Trovo infatti la maggior parte dei nostri media, sia cartacei che televisivi, così provinciali, così superficiali, così ben integrati nel mercato globale.

So che i mass-media, purtroppo, sono nelle mani dei potenti gruppi economico-finanziari, per cui ognuno di voi ha ben poche possibilità di scrivere quello che veramente sta accadendo in Africa.

Mi appello a voi giornalisti/e perché abbiate il coraggio di rompere l’omertà del silenzio mediatico che grava soprattutto sull’Africa.

È inaccettabile per me il silenzio sulla drammatica situazione nel Sud Sudan (il più giovane stato dell’Africa) ingarbugliato in una paurosa guerra civile che ha già causato almeno trecentomila morti e milioni di persone in fuga.

È inaccettabile il silenzio sul Sudan, retto da un regime dittatoriale in guerra contro il popolo sui monti del Kordofan, i Nuba, il popolo martire dell’Africa, e contro le etnie del Darfur.

È inaccettabile il silenzio sulla Somalia, in guerra civile da oltre trent’anni, con milioni di rifugiati interni ed esterni.

È inaccettabile il silenzio sull’Eritrea, retta da uno dei regimi più oppressivi al mondo, con centinaia di migliaia di giovani in fuga verso l’Europa.

È inaccettabile il silenzio sul Centrafrica, che continua ad essere dilaniato da una guerra civile che non sembra finire mai.

È inaccettabile il silenzio sulla grave situazione della zona saheliana, dal Ciad al Mali, dove i potenti gruppi jihadisti potrebbero costituirsi in un nuovo Califfato dell’Africa nera.

È inaccettabile il silenzio sulla situazione caotica in Libia, dov’è in atto uno scontro di tutti contro tutti, causato da quella nostra maledetta guerra contro Gheddafi.

È inaccettabile il silenzio su quanto avviene nel cuore dell’Africa, soprattutto in Congo, da dove arrivano i nostri minerali più preziosi.

È inaccettabile il silenzio su trenta milioni di persone a rischio fame in Etiopia, Somalia, Sud Sudan, nord del Kenya e attorno al Lago Ciad, la peggior crisi alimentare degli ultimi 50 anni secondo l’ONU.

È inaccettabile il silenzio sui cambiamenti climatici in Africa, che rischia a fine secolo di avere tre quarti del suo territorio non abitabile.

È inaccettabile il silenzio sulla vendita italiana di armi pesanti e leggere a questi paesi, che non fanno che incrementare guerre sempre più feroci, da cui sono costretti a fuggire milioni di profughi (lo scorso anno l’Italia ha esportato armi per un valore di 14 miliardi di euro!).

Non conoscendo tutto questo è chiaro che il popolo italiano non può capire perché così tanta gente stia fuggendo dalle loro terre, rischiando la propria vita per arrivare da noi.

Questo crea la paranoia dell’“invasione”, furbescamente alimentata anche da partiti xenofobi.

Questo forza i governi europei a tentare di bloccare i migranti provenienti dal continente nero con l’Africa Compact, contratti fatti con i governi africani per bloccare i migranti.

Ma i disperati della storia nessuno li fermerà.

Questa non è una questione emergenziale, ma strutturale al sistema economico-finanziario. L’ONU si aspetta già entro il 2050 circa cinquanta milioni di profughi climatici solo dall’Africa.

Ed ora i nostri politici gridano: «Aiutiamoli a casa loro», dopo che per secoli li abbiamo saccheggiati e continuiamo a farlo con una politica economica che va a beneficio delle nostre banche e delle nostre imprese, dall’ENI a Finmeccanica.

E così ci troviamo con un Mare Nostrum che è diventato Cimiterium Nostrum, dove sono naufragati decine di migliaia di profughi, e con loro sta naufragando anche l’Europa come patria dei diritti. Davanti a tutto questo non possiamo rimane in silenzio (i nostri nipoti non diranno forse quello che noi oggi diciamo dei nazisti?).

Per questo vi prego di rompere questo silenzio-stampa sull’Africa, forzando i vostri media a parlarne. Per realizzare questo, non sarebbe possibile una lettera firmata da migliaia di voi da inviare alla Commissione di Sorveglianza della RAI e alla grandi testate nazionali? E se fosse proprio la Federazione Nazionale Stampa Italiana (FNSI) a fare questo gesto? Non potrebbe essere questo un’Africa Compact giornalistico, molto più utile al Continente che non i vari Trattati firmati dai governi per bloccare i migranti?

Non possiamo rimanere in silenzio davanti a un’altra Shoah che si sta svolgendo sotto i nostri occhi. Diamoci tutti/e da fare perché si rompa questo maledetto silenzio sull’Africa.

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CARO PAPA, TI RACCONTO COME HA VISSUTO LE TUE PAROLE LA MAMMA DI UN RAGAZZO GAY

Caro papa Francesco, ti scrivo dopo aver ascoltato le tue parole al Forum italiano delle associazioni familiari, il 16 giugno: la famiglia, immagine di Dio, è una sola, quella che unisce un uomo ed una donna.

Sono mamma di un ragazzo gay. Io e mio marito ci siamo sposati 39 anni fa e abbiamo vissuto insieme con i nostri due figli, Marco ed Emanuele, quella bella avventura, come la chiami tu, che è la famiglia. Un’avventura dove si cresce insieme anche attraverso le difficoltà. Due anni fa il coming out, inaspettato, di Emanuele. Potevamo seguitare a vivere tranquillamente la nostra vita sentendoci “a posto”, con i nostri molteplici impegni: in realtà di base, nel volontariato con i migranti, nello studio della Bibbia … e invece no.

Il coming out di un figlio ti rimette in gioco, cambia tutto, ed è contagioso: anche noi genitori abbiamo fatto il nostro coming out, rompendo quella sfera di ipocrisia che vorrebbe che di quella parte di tuo figlio non si parlasse. Era il 7 maggio del 2016, quel giorno Emanuele l’ho partorito una seconda volta. Ti invio, di seguito a questa lettera aperta, la mia testimonianza, che racconta quell’esperienza.

Sono qui a scriverti perché le parole che hai pronunciato hanno aperto in me una ferita. E al dolore bisogna dare parola perché non diventi rabbia e rancore.

Se l’amore tra me e mio marito è immagine di Dio, come pensi che possiamo rassegnarci al pensiero che l’amore di Emanuele per un ragazzo nulla possa esprimere di quell’immagine di Dio? No, il nostro amore non potrà mai esprimere l’immagine di un Dio, che sia estraneo e distante dall’amore tra Emanuele ed un suo compagno. Se il loro amore non è immagine di Dio, neanche il nostro lo sarà. Perché noi quel Dio non lo conosciamo.

Ne conosciamo un altro, quello di cui parlava Gesù. Un Dio di parte, che sceglie di condividere il cammino di un popolo di schiavi, che si fa complice dei piccoli, che si schiera con coloro che sono emarginati dai poteri politici e religiosi di tutti i tempi, un Dio che irradia amore, contro ogni ragionevole economia, capace di spogliarsi della sua onnipotenza per tornare dalle sue creature come un medicante di amore, a chiedere una libera risposta di amore.

Semmai ci sarà dato di riuscire ad esprimere un pezzetto di quell’immagine del Dio di Gesù nelle nostre vite di singoli e di coppie, attraverso i nostri amori, tutti imperfetti, “a norma” o “fuori norma” che siano, dovremo farlo in punta di piedi, senza rumore, senza sbandierarla quell’immagine, perché l’immagine di Dio non appartiene a noi né a nessun altro. Non si lascia intrappolare, sfugge ai tentativi degli uomini di possederla e usarla, piegandola ai propri interessi. Scappa dai palazzi dei potenti per farsi trovare dall’ultimo tra gli esseri umani, il più indegno, il più dimenticato, il più emarginato e solo, perché in quell’immagine possa riconoscersi e, riscoprendo quel pizzico di divino che gli è stato soffiato dentro, possa osare esprimerla nella sua vita.

Caro papa Francesco, viviamo in Italia una fase storica e politica molto difficile, che preoccupa i genitori di ragazzi e ragazze LGBT. In tante occasioni tu hai saputo dire parole di speranza. Non ci lasciare soli con le nostre paure.

Con affetto ti saluto e ti auguro buon lavoro.

Dea Santonico
(CdB San Paolo -Roma)

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