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Lunedì 5 marzo 2012 – Vangelo di Matteo cap. 10 – CdB – Comunità Cristiana di Base Viottoli

Lunedì 5 marzo 2012 – Vangelo di Matteo cap. 10

vv.1-4

In questo capitolo Mt. ha raccolto i temi riguardanti la missione dei discepoli-apostoli di Gesù che sono il prototipo della chiesa (vengono chiamati discepoli <v.10,1 e 11,1> e apostoli<10,2>, solo in questo brano Mt. utilizza questo termine, probabilmente copiato dalla fonte dalla quale ha ricavato l’elenco. Il termine non ha altro significato se non inviato, missionario – non ha il significato di testimoni, rappresentanti autorizzati. E’ più vicino al significato di servizio: sono coloro che hanno lasciato tutto per dedicarsi totalmente alla sequela di Gesù ed il suo messaggio).

I temi :

–         l’investitura
–         l’invio
–         le persecuzioni
–         la rimunerazione
–         le rinunce
–         l’accoglienza

 La sequela di Gesù ha il mandato di seguire la strada che fu del Battista come precursore e di Gesù di proclamare la venuta del regno, la conversione e confermare le parole con le azioni salvifiche: nel testo vengono citati  i 12 -come le tribù di Israele-,  sono  convocati (v.1) ed inviati (v.5) , sono  eredi delle promesse fatte ad Israele (confortevole notizia per i giudeo-cristiani preoccupati di aver deviato dalla tradizione dei padri). E’ loro accordato la potestà di compiere azioni terapeutiche (liberare ossessi e guarire malattie ed infermità che sono gli attacchi delle forze del male.

Notiamo che l’elenco presenta un numero di discepoli che nella chiesa primitiva deve aver riscosso una fiducia particolare, l’estrazione sociale è varia ma in genere provengono da umili condizioni : i primi 4 sono pescatori e forse non diversa è la professione degli altri. Appartengono a correnti contrapposte es. un pubblicano (collaborazionista) e uno zelota (Simone del partito rivoluzionario armato schierato contro Roma).

 
vv.5-15

La precisazione dei vv.5-6 è solo di Mt., piuttosto che una discriminazione, potrebbe riferirsi ad un ricordo storico. Mt. non ha simpatia per i pagani a cui assimila i samaritani ed è verosimile che il testo codifichi l’abituale comportamento di Gesù e dei primi missionari apostolici che parlavano nelle sinagoghe e si rivolgevano prevalentemente ai propri connazionali ed eccezionalmente ai non israeliti.

Al v. 6 c’è un collegamento con cap.9,35-36 (pecore stanche e perdute ove i pastori, inviati di Jahve hanno trascurato il loro compito e sbandato) dove rileviamo la preoccupazione di Gesù per lo stato di abbandono spirituale dei suoi connazionali.

La predicazione apostolica riprende e continua gli annunci di Gesù e del Battista partendo dal tema della venuta del regno (vv.7-8).

L’annuncio è fatto con la parola, le opere di bene e la testimonianza della vita – questa proposta di bene deve essere tradotta in opere salutari (esorcismi e guarigioni).

L’inviato di Gesù:

–         ha ricevuto gratuitamente e gratuitamente dona: il disinteresse è la prova più grande della bontà della causa che difendono;

–         non avrà monete del tempo (oro,argento,rame) né altri beni superflui (due tuniche, sandali ecc.): la povertà ed il distacco dalle preoccupazioni materiali sottolineano l’urgenza dell’evangelizzazione e il riferimento alla beatitudine (poveri in spirito perché di essi è il regno dei cieli). Il missionario deve far affidamento sulla bontà di Dio e sulla generosità di coloro ai quali annuncia la buona novella.

–         Il saluto che precede la missione (v.12) è un augurio di pace e di benedizione, pace che nel linguaggio della Bibbia è sinonimo di benessere sia spirituale che materiale. Il saluto introduce l’annuncio di un messaggio che propone la felicità a chi lo accoglie, liberandolo dalle inquietudini, affanni e mali.

–         Gli insuccessi non arrestano l’azione missionaria. Se la predicazione non ha presa nell’animo degli ascoltatori, non occorre perdere tempo. Scuotere la polvere dai propri piedi era il gesto simbolico che ogni buon israelita compiva rientrando in Palestina da un territorio pagano: segno di distacco e protesta.  Questo atteggiamento sembra più appartenere al puritanesimo giudaico che al messaggio di amore universale trasmesso da Gesù.

 
vv.16-25

“Guardatevi da..!” sottolinea un pericolo reale. Gesù è stato perseguitato come i profeti. I giusti soffrono ed i malvagi trionfano. Perché chiede Abacuc a Dio? (1,1-4).

Gesù suggerisce non la lotta ma la mitezza e l’accortezza, occorre stare bene in guardia – pare che il discorso per Mt. si ampli nei confronti dei cristiani in genere.

Si insiste sulla perseveranza.

Essere tenaci si, ma non lasciarsi martirizzare prima del tempo! Difendersi, fuggire, eclissarsi (anche Gesù lo fece 12,15). E’ grande la speranza di scampare il pericolo (v.23).

Gli apostoli non si devono smarrire: Gesù arriverà fra breve e simbolicamente per consolare i suoi e con ostilità verso i loro persecutori. E comunque non potranno avere maggiore trattamento del loro maestro!

 
vv.26-33

L’insegnamento che è stato impartito nelle tenebre (nel nascondimento, nell’intimità della cerchia apostolica) dovrà essere annunciato pubblicamente (sui tetti, sulle terrazze).

In questi versetti si esorta a non aver timore di coloro che perseguiteranno i seguaci di Gesù perché Dio Padre Buono si prende cura di tutte le sue creature, anche le più insignificanti (passeri) e tiene conto di ogni aspetto e particolare (conta i capelli dell’uomo).

La fiducia in Dio non è la sicurezza di essere liberati dalla prova ma è la convinzione di saper giustificata e valorizzata la propria condanna.

Matteo fa ricorso alla minaccia della geenna (v.28) e mette in bocca a Gesù anche parole di vendetta e rancore (chi mi riconoscerà – chi mi negherà v. 32-33): evidentemente le raccomandazioni da sole non bastavano per evitare defezioni….

 
vv.34-39

I missionari sono stati inviati a portare la pace nelle case che avrebbero visitato, non è possibile che siano esortati a provocare la guerra nelle proprie. Il richiamo è circoscritto al momento difficile e alle persecuzioni che la comunità sta attraversando.

Il discepolo potrà andare incontro al più totale isolamento (famiglia d’origine, d’adozione, la propria).

Il prezzo per la sequela di Gesù è alto ma è alta la ricompensa = beatitudine che però non è gratuita.

 
vv.40-42

Apostoli, discepoli, profeti, giusti, piccoli : accogliendo quanto ciascuno mette a disposizione per l’annuncio del regno di Dio, assistendo gli inviati insomma facendo tutti la nostra parte si partecipa all’opera di evangelizzazione. Ciascuno ha la sua responsabilità.

 
Alcune considerazioni emerse nel gruppo biblico

Quant’è difficile “dare” gratuitamente! Ognuno deve interrogarsi a proposito delle proprie azioni :  quanto gratuiti sono i nostri gesti di amore e generosità?

Non “accanirsi” nell’annuncio nelle realtà che rifiutano – comunque assumersi la responsabilità e prendere la parola per comunicare e denunciare (superare le delusioni).

Portare parola di pace sapendo che prima deve abitare in noi.

Luciana Bonadio

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